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Manovra Meloni, quando entra in vigore: alta tensione in commissione

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Che l’approdo della manovra in commissione Bilancio della Camera non fosse destinato ad un cammino semplice lo si era intuito subito. Fin da quando, in segno di protesta, il Partito democratico e il Movimento 5 stelle avevano deciso di occupare la presidenza della commissione stessa contro la maggioranza assente. E anche oggi il travagliato percorso della manovra in commissione è proseguito con grande fatica, tra sospensioni, rinvii, ritardi e riunioni di uffici di presidenza in un clima sempre più teso tra maggioranza e opposizione, e con il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che da Bruxelles invita tutti alla responsabilità.

“Mi pare che il giudizio della Commissione dica che abbiamo fatto una manovra molto seria - dice Meloni -. Siamo tra le nazioni che hanno avuto il giudizio migliore. E quindi credo che questo chiami il Parlamento italiano ad una approvazione veloce, naturalmente tenendo conto dei passaggi parlamentari. Abbiamo fatto un ottimo lavoro anche nel poco tempo che avevamo a disposizione, e non era una cosa facilissima”.

L’accusa mossa dai membri dell’opposizione è chiara e se ne fa portavoce il deputato di Italia Viva Luigi Marattin: "È evidente che oggi è iniziata una Commissione in cui non si era pronti”. Il timore più grande è che non si riesca a rispettare la tabella di marcia fissata per scongiurare l’esercizio provvisorio, e che vedrebbe licenziare lunedì il testo da trasmettere all’Aula martedì prossimo. Una vera e propria corsa contro il tempo. Sono infatti 158 gli emendamenti “super segnalati” alla manovra: 107 quelli della maggioranza; 51 invece quelli dell’opposizione.

“L'opposizione ha fatto una proposta per avere dei momenti reali e date certe – spiega il capogruppo di Verdi-Sinistra in commissione Bilancio alla Camera, Marco Grimaldi -. Se queste continuano a slittare, non solo non ci sarà mai un accordo, ma continuiamo a prendere in giro le cose che ci siamo detti fin qua. La verità è che loro non hanno i pareri neanche sui segnalati né su niente”.

A rassicurare tutti sul regolare iter della manovra ci pensa il vice-capogruppo vicario di Fratelli d’Italia alla Camera Manlio Messina, che osserva: “I tempi per l'approvazione della Manovra si rispetteranno assolutamente. Non c'è nessun rischio per quanto riguarda l'esercizio provvisorio. Si va dritti verso l'approvazione della Manovra, le ultime modifiche arriveranno dai partiti verranno naturalmente ascoltate dopodiché dritti in aula perché gli italiani aspettano risposte immediate”.

Per domani è atteso intanto il maxiemendamento del governo che l’opposizione teme possa contenere importanti modifiche “last minute”. Riguardo proprio alle possibili novità contenute nel testo ci sarebbe l'abbassamento della soglia a 30 euro per l’utilizzo del pos. “È un’ipotesi allo studio - ha detto Roberto Pella, deputato di Forza Italia e relatore della manovra -. La stessa presidente Meloni aveva parlato a noi relatori e ai capigruppo, di questa trattativa che lei stessa ha portato avanti con l’Europa, la possibilità di scendere ci è stata richiesta”.

Una misura bollata come “bluff” da Marco Grimaldi: “Abbiano il coraggio di non nascondersi dietro un dito – dice il capogruppo in commissione Bilancio di Alleanza Verdi Sinistra -. Vogliono semplicemente togliere la sanzione a chi non accetta i pagamenti. Si tratta di un grave bluff che crea tensione tra esercenti e cittadini che non riusciranno a far valere il loro diritto a pagare con carte di credito".

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