Strada, piano anti-tragedie di Salvini: multe legate al reddito e addio patente per i pirati
Multe stradali legate al reddito. È una delle novità che potrebbero entrare nel nuovo Codice della strada che il ministro delle Infrastrutture e vicepremier Matteo Salvini vorrebbe licenziare entro la prossima primavera, anche perché «quello attuale, pur con alcuni aggiornamenti, è vecchio di trent'anni». E, al fine di rinnovarlo, il leader della Lega ha annunciato la convocazione già la prossima settimana di un tavolo al ministero coinvolgendo anche il dicastero dell'Istruzione, gli enti locali e i rappresentanti dei Comuni. La novità più rilevante è stata annunciata dal viceministro Galeazzo Bignami. «Credo che si debba e si possa approfondire l'introduzione di un meccanismo di proporzionalità tra le sanzioni e il reddito» ha detto intervenendo alla presentazione del Rapporto Dekra sulla Sicurezza Stradale 2022 «Mobilità dei giovani». «Se la sanzione - ha continuato - ha evidentemente una carattere afflittivo, per agire sul piano della deterrenza, bisogna valutare se risponda a principi di equità sociale il fatto che una persona che ha un reddito molto elevato venga afflitta con la stessa sanzione, per esempio di 180 euro, che per altre persone rappresenta il 10% dello stipendio».
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Il progetto non è un inedito. L'ipotesi era stata infatti avanzata, nel 2013, già dal Pd e dal Movimento 5 Stelle (con questi ultimi che volevano legare l'entità delle multe alla cilindrata dell'auto). E i più critici l'avevano bocciata adducendo il problema dell'evasione fiscale: chi elude l'erario, era la tesi, finirebbe col pagare meno di chi, come i dipendenti, denuncia fino all'ultimo euro guadagnato. Stavolta, invece, gli strali arrivano da Azione. «Pagando tasse, tributi e gabelle in base al reddito - ha accusato Osvaldo Napoli - si potrà costruire la società del "socialismo reale" che non è riuscita al Pci. Piccola notazione a Bignami: gli evasori fiscali, totali o parziali, pagheranno le multe al minimo o per niente». Nei piani di Salvini in realtà c'è tanto altro. E, in particolare, un giro di vite su chi provoca incidenti gravi. «Se uno si mette consapevolmente alla guida drogato o ubriaco e provoca incidenti, morti o feriti - ha detto il vicepremier - la sospensione della patente per 1 o 2 anni non è sufficiente. Diverse associazioni delle vittime dei pirati della strada chiedono la revoca a vita. Io penso che se qualcuno si mette alla guida imbottito di cocaina o ubriaco marcio, è un potenziale assassino. Quindi se non la revoca a vita, almeno la sospensione per 10 anni del diritto di guidare è sacrosanta». «Trovo anche interessante l'ipotesi di una patente graduale in cui la persona è aggiornata, accompagnata e informata» ha continuato Salvini. Tra le altre proposte da valutare c'è quella che prevede l'obbligo dell'etilometro monouso obbligatorio a bordo per fare un autotest prima di mettersi alla guida.
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E ancora, il vicepremier ha annunciato la volontà di «intervenire sui punti patente, perché stando alle statistiche di qualche anno fa gli italiani erano corretti alla guida, perché il 98% ha più di 20 punti. Fra gli zero e nove punti ci sono "solo" lo 0,24%, che sono 100 mila persone. Questo ci deve far riflettere». All'interno del nuovo Codice della strada potrebbe arrivare anche una nuova regolazione per le piste ciclabili. Già nelle scorse settimane Salvini aveva ricordato come la spinta verso la «mobilità dolce» abbia portato alcuni Comuni a prevedere piste ciclabili in zone pericolose e «usando una segnaletica non prevista dalle norme». Discrasie che il vicepremier vuole superare. Infine, l'annoso capitolo dei monopattini: «Occorre rendere più sicura la mobilità sulle due ruote, in particolare imponendo l'uso del casco e la targa sui monopattini per consentire l'identificazione del mezzo» ha spiegato il leader della Lega. Su quest'ultimo punto a palazzo Madama il senatore di Forza Italia Roberto Rosso ha depositato un disegno di legge. L'articolo 1 «vincola la circolazione dei monopattini all'installazione di una targa contenente dati identificativi del veicolo e all'obbligo di copertura assicurativa del veicolo ovvero del suo conducente siano perla responsabilità civile verso terzi». L'articolo 2 prevede «l'obbligo per il conducente di velocipede di età inferiore a dodici anni di indossare e di tenere regolarmente allacciato un casco protettivo conforme alle norme tecniche in vigore». In caso di contravvenzione alle disposizioni «si applica la sanzione amministrativa del pagamento della somma di euro 400».
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