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Tetto al contante 2022, Foti (FdI): "La decisione di Bruxelles dà ragione al governo"

Dario Martini
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«Se fosse vera la narrazione della sinistra, con un tetto al contante più basso avresti dovuto abbattere l'evasione. Invece oggi la Ue certifica che ciò non è accaduto. Perché paradossalmente più abbassi quella soglia, più favorisci il "nero"». Per Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera, le notizie che arrivano da Bruxelles sono «la dimostrazione evidente» che su pagamenti cash e utilizzo del Pos ha sempre avuto ragione il governo Meloni.

Onorevole Foti, la Ue ha fissato il tetto al contante a diecimila euro. Siete stati troppo cauti allora?
«Innanzitutto, diciamo che da Bruxelles arriva un segnale chiaro che zittisce la sinistra italiana. Guardiamo qual è la realtà. Già oggi nell'Unione europea ci sono Paesi senza alcun limite al contante, come Germania, Irlanda e Olanda. Spesso ci si dimentica che nel dicembre di un anno fa la Bce scrisse al governo che voleva far scendere il "tetto" da duemila a mille euro, anche se poi non fece nulla. La Bce ci suggeriva di fare attenzione, perché soglie troppo basse, come quelle in vigore in Spagna e in Grecia, negano la possibilità di avere uno sviluppo efficace della moneta».

Si aspettava la decisione del Consiglio europeo?
«Non mi sorprende. Il tetto fissato dal governo italiano, a cinquemila euro, è esattamente il 50% in meno di quanto dice oggi l'Europa. Significa che non abbiamo fatto alcun scatto in avansono i ricontante ti avventato. Sa quali schi di una soglia al troppo bassa?». Prego, dica... «Mettiamo che io voglia comprare una litografia che costa 2.100 euro. Sarò obbligato a pagarla con bonifico, carta o assegno. Se invece vado in Svizzera, potrò acquistarne una in contanti anche da 9.000 euro. Un esempio per dire che un tetto basso incentiva le persone ad andare a spendere fuori dai confini nazionali».

Oggi, però, la Commissione europea certifica che l'Italia ha l'evasione Iva più alta della zona Ue. Come lo spiega?
«È la chiara dimostrazione che ciò che si dice spesso non corrisponde a ciò che accade. Se fosse vera la narrazione della sinistra, con un tetto al contante più basso avresti dovuto abbattere l'evasione. E invece non è andata così. Perché il problema non è lo strumento che utilizzi, ma se funziona o meno lo scontrino fiscale. L'Italia avrebbe circa il 25% dell'evasione Iva della zona Ue. Io credo che dietro un livello così alto si nasconda un'altra evasione, più di tipo criminale».

Meloni ha aperto alla possibilità di abbassare la soglia dei 60 euro per il Pos. Lei a quanto la fisserebbe?
«Al momento non dobbiamo scendere sotto quella cifra. È in piedi un dialogo con Bruxelles che si lega alle regole del Pnrr. Vediamo cosa dirà la Ue, poi, nel caso, potremo sempre abbassarla. Molto spesso ci scordiamo che l'Italia è lunga e stretta. Ci sono delle zone dove non prende nemmeno il cellulare. Non possiamo obbligare chi lavora in queste aree ad accettare il Pos».

È concreta la possibilità di far pagare un contributo di solidarietà alle banche sui pagamenti elettronici?
«Sulle commissioni il governo non può intervenire in modo "coercitivo" sulle banche. Al massimo, ciò che può fare è un accordo con l'Abi».

Cosa risponde alle critiche di Bankitalia, secondo cui le novità introdotte dal governo rischiano di allontanarci dalla modernità?
«Vogliamo scherzare? Se l'Unione europea dice che fino a 10mila euro si può utilizzare il contante, allora significa che è rimasta agli anni '60 (ride, ndr)? Io credo che quella di Bankitalia sia una voce autorevole. Tra i suoi compiti però non c'è la vigilanza sul governo, ma sul sistema bancario e finanziario. Ben vengano tutte le riflessioni del caso. La politica ha diritto di esprimere le sue posizioni e di prendere le decisioni. Voglio ricordare che l'innalzamento del tetto al contante è uno dei punti del programma elettorale che gli italiani hanno votato mandandoci al governo dopo undici anni di alchimie di palazzo». 

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