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Pensioni, la maggioranza cerca l'accordo sulla manovra: i nodi da risolvere

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Prosegue la trattativa nella maggioranza di centrodestra sugli emendamenti alla manovra economica da segnalare entro domenica nel primo pomeriggio: dei 617 depositati dalle quattro formazioni che sostengono il governo di Giorgia Meloni ne verranno scelti 200. Altre 250 segnalazioni spetteranno alle opposizioni, che di testi ne hanno prodotti quasi 2.500. L’intesa però, riferiscono fonti parlamentari, sarebbe ancora lontana. Tra i nodi da sciogliere nella maggioranza resta quello sulle pensioni. Quelle minime di anzianità, con Forza Italia che spinge per un rialzo ad almeno 600 euro mentre la Lega mostrerebbe delle perplessità. 

 

 

Differenze ci sarebbero anche sugli eventuali correttivi da apportare ad opzione donna per il pensionamento anticipato, per ampliare la platea delle possibili utenti. Fonti riferiscono che nel corso della discussione è stato ricordato il monito dell’ufficio parlamentare di bilancio dei giorni scorsi su alcune coperture valutate come «incerte». «Sull’aumento delle pensioni minime Forza Italia intende continuare a battersi, chiediamo con forza che l’aumento possa attestarsi, per ora, sulla soglia dei 600 euro per arrivare poi, entro la legislatura, a 1.000 euro», spiga Roberto Pella, deputato azzurro, uno dei tre relatori della manovra in Commissione.

 

 

Mentre la contesa tra maggioranza ed opposizioni è incentrata sulla possibile abrogazione della carta chiamata 18 app, che destinava risorse per i neo maggiorenni per la fruizione di contenuti culturali, dai cinema alla musica passando per l’acquisto di libri e quotidiani. L’emendamento, firmato da Federico Mollicone di FdI, Rita dalla Chiesa di Forza Italia e Rossano Sasso della Lega, chiede di abrogare i due commi della legge di bilancio dello scorso anno che finanziano con 230 milioni di euro la card elettronica. Lo stesso testo propone l’istituzione a decorrere dal 2023 di un «Fondo per il libro», con una dotazione pari a 15 milioni di euro annui. Domani mattina intanto verranno dichiarati gli eventuali emendamenti inammissibili tra i 3.104 depositati. Domenica alle 15 invece scatta l’ora delle segnalazioni. La votazione in Commissione partirà il 15 dicembre, il testo è atteso in aula alla Camera dal 20, con la maggioranza che punta ad approvarlo prima di Natale per poi trasferirlo al Senato dove chiudere la partita prima di fine anno per evitare l’esercizio provvisorio. 

 

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