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Conte teme l'inciucio di Calenda e blocca le votazioni al Copasir

Tommaso Carta
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Fumata nera per il Copasir. La seduta convocata ieri per la costituzione del Comitato parlamentare che vigila sull'attività dei Servizi segreti, che avrebbe dovuto portare anche all'elezione del presidente, è stata infatti cancellata. A provocare il rinvio della seduta sarebbe stata la richiesta arrivata dai Cinque Stelle, di chiudere un accordo che comprendesse le presidenze di Vigilanza Rai e Copasir. La mediazione individuata riguardava l'elezione dell'«atlantista» Lorenzo Guerini, che aveva già presieduto l'organo nella scorsa legislatura prima di traslocare al ministero della Difesa con il governo Conte Bis. L'esponente del Pd aveva teoricamente in tasca una ampissima maggioranza, ma i Cinquestelle si sarebbero messi di traverso temendo di perdere la presidenza della Commissione di Vigilanza Rai. Conte, in particolare, ha guardato con sospetto all'incontro andato in scena a Palazzo Chigi martedì tra la premier Giorgia Meloni e Carlo Calenda.

 

 

 

Il leader dei grillini tema che oltre a parlare di manovra si sia discusso anche di Vigilanza Rai, una poltrona cui il Terzo polo ambisce per Maria Elena Boschi. Circostanze che i centristi smentiscono e che tuttavia hanno portato all'impasse e al rinvio della seduta a martedì prossimo alle 14.30. Circostanza stigmatizzata proprio dal calendiano Matteo Richetti: «Incomprensibile e grave il rinvio della seduta di costituzione del Copasir. In un momento così delicato come quello che sta vivendo il Paese, una commissione fondamentale qual è il Copasir, deve avere una sua efficace e rapida composizione. Invitiamo quindi il governo a non sottovalutare i passaggi cruciali della vita istituzionale del Paese».

 

 

Da regolamento, peraltro, il Copasir dovrebbe formarsi entro venti giorni dall'insediamento del nuovo Parlamento. Anche il Pd, con Federico Fornaro, ha espresso «preoccupazione» per lo stop, mentre Nicola Fratoianni di Sinistra Italiana ha chiesto la presenza di un rappresentante per ogni gruppo parlamentare, al momento non garantita.

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