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Pnrr, l'allarme del ministro Pichetto Fratin: mancano 5 miliardi

Gilberto Pichetto Fratin Foto: Gilberto Pichetto Fratin

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Allarme Pnrr. Il ministro dell'Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, punta il dito sulla mancanza di fondi che mette in serio pericolo la realizzazione degli interventi. Secondo Pichetto-Fratin, a causa dell'inflazione, solo al suo ministero mancano ben 5 miliardi. Per questo il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza va rivisto per adeguarlo alle mutate condizioni economiche. «Il Pnrr dovremo rivederlo con l’Europa perché, a causa dell’inflazione, solo il mio ministero ha un onere maggiore di 5 miliardi sugli interventi. O si taglia sulle opere o non ci stiamo dentro. Sull’attuazione del Pnrr c’è un ritardo ma il mio dicastero sta rispettando tutte le tappe e i target. Sto attrezzando il ministero perché abbia una struttura di consulenza per gli enti locali: l’80% dell’attuazione del Pnrr spetta a loro»: a dirlo su «La Stampa» è il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin.

 

 

 

 

Nell’intervista, tema centrale (e di assoluto interesse pubblico) è come l’Italia supererà l’inverno con le riserve di gas stoccate. «La transizione energetica è il rovesciamento della clessidra che ci porta a dover ricercare a Sud il gas che prima arrivava da Nord e che in prospettiva può anche porre l’Italia in condizione di vantaggio rispetto ad altri Paesi europei. Non abbiamo ancora rovesciato la clessidra, la Russia continua ad avere interesse a esportare gas e noi a non essere in condizioni di autosufficienza. Non siamo ancora fuori dal tunnel, dunque. Per questo inverno ce la faremo ma la preoccupazione resta forte perché da maggio dobbiamo riempire gli stoccaggi per dare copertura alla prossima stagione invernale e questa è un’impresa ardua. Secondo gli ultimi dati, abbiamo portato in Italia 250 milioni di metri cubi di gas di cui 90 dall’Algeria che è diventato il nostro primo fornitore, ma 30 arrivano ancora dalla Russia e la media giornaliera in arrivo da questo Paese si aggira sui 20 milioni di metri cubi. Poi 25 milioni di metri cubi, fortunatamente, arrivano dal Tap, una decina dalla Norvegia e 45 di gas liquefatto che in questo momento satura i nostri rigassificatori».

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