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Migranti, Ong denuncia Salvini, Minniti e Mogherini: "Crimini contro l'umanità"

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L'European Center for Constitutional and Human Rights (Ecchr), una Ong di giuristi, ha denunciato Matteo Salvini, Federica Mogherini e Marco Minniti alla Corte penale internazionale (Cpi). La Ong richiede un'indagine su "crimini contro l'umanità nei confronti di migranti e rifugiati, intercettati in mare e sistematicamente riportati e detenuti in Libia", dove sono sottoposti a "detenzione sistematica".

 

L'Ecchr, ong di giuristi che ha sede a Berlino e che si occupa di diritti umani,  ha messo a punto un dossier con il sostegno di Sea-Watch - ha inoltrato all'Aja una a denuncia in cui si chiede alla Corte penale internazionale di "indagare sulla responsabilità penale individuale di funzionari di alto livello degli Stati membri dell'Ue e delle agenzie dell'Ue in merito a molteplici e gravi privazioni della libertà personale, risultanti da operazioni di intercettazione in mare tra il 2018 e il 2021".  Nel mirino dell'Ecchr finiscono il vicepremier e ministro delle Infrastrutture Salvini, l'ex Alta rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza Mogherini, l'ex ministro dell'Interno Minniti, l'attuale e l'ex Primo Ministro di Malta, Robert Abela e Joseph Muscat, l'ex direttore esecutivo di Frontex, Fabrice Leggeri e diversi membri dei Centri di Coordinamento del Soccorso Marittimo italiano e maltese. La denuncia si baserebbe su prove e testimonianze dirette raccolte da Sea-Watch e giornalisti investigativi. La legale dei diritti umani Chantal Meloni, consulente di Ecchr, ha spiegato: "Si tratta di far luce sul sistema delle intercettazioni in mare dei migranti e sulla esternalizzazione della gestione dei flussi messa in atto dall'Ue affidandola alla cosiddetta Guardia costiera libica, fornendo finanziamenti, motovedette, attrezzature e formazione, nonché partecipando direttamente a singole operazioni di intercettazione in mare, ad esempio fornendo informazioni sulla posizione delle imbarcazioni in pericolo".  "Tali operazioni - sostiene la ong - si inseriscono in un sistema diffuso di sfruttamento, che prende di mira tali gruppi vulnerabili in Libia. La Corte penale internazionale deve pertanto indagare sulla collaborazione tra questi operatori europei e libici e assicurare i responsabili alla giustizia". 

Secondo Andreas Schueller, direttore del programma di International Crimes and Accountability presso l'Ecchr, al centro della questione c'è "l'attuale sistema di supporto da parte dell'Ue alle capacità e alle operazioni della cosiddetta Guardia costiera libica lungo la rotta del Mediterraneo centrale. La Libia non è un luogo sicuro per migranti e rifugiati. Il diritto marittimo internazionale prevede che le persone soccorse in mare debbano essere sbarcate in un luogo sicuro. Nessuno dovrebbe essere riportato in Libia dopo essere stato soccorso in mare" ha spiegato.  L'Ecchr chiede che sia posta "immediatamente fine a qualsiasi
 politica, finanziamento o programma da parte della Ue e dei suoi Stati membri finalizzati ad esternalizzare i confini europei e a contenere i migranti in Libia" e che si dia vita a "un'operazione Sar europea a carattere civile, non militare, finanziata e coordinata dagli Stati membri, che operi in tutta l'area del Mediterraneo nel rispetto del diritto marittimo e dei diritti umani e che adempia al dovere di prestare assistenza alle persone in difficoltà e di sbarcarle in un luogo sicuro".

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