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Giorgia Meloni fa il patto con le imprese: spazio a chi vuole fare

Tommaso Carta
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«C’è tanto da fare, abbiamo bisogno delle energie migliori di questa nazione. Quindi le porte di questo governo saranno sempre aperte a chi vuole offrire proposte, a chi ha soluzioni efficaci e sono certa che Confindustria, che voi, sarete sempre protagonisti di questo percorso». Giorgia Meloni si accomiata con quello che è in sostanza un patto di collaborazione dall’Assemblea Generale 2022 di Assindustria Venetocentro e Confindustria Venezia-Rovigo con cui si collega da Roma. Il presidente del Consiglio snocciola gli impegni che hanno impedito, spiega, la sua presenza e allargando lo sguardo parla di «una corsa contro il tempo» per un governo che affronta, per esempio, la manovra trovandosi davanti a «tempi molto ristretti» pur «senza rinunciare a delineare, attraverso le nostre misure, una traiettoria il più possibile nitida».

Meloni disegna una strada che «noi vogliamo percorrere camminando a fianco del nostro sistema produttivo e industriale, atteso che nessuno meglio di chi fa impresa sa cosa sia la cultura del lavoro». Un’apertura di credito a tutto tondo che permette anche un messaggio al mondo della politica, «anche perché - annota - penso che nessuno meglio di chi fa impresa sappia quanto conti il rispetto degli impegni presi e questo anche alla politica vale la pena di insegnare, diciamo così. E poichè noi vogliamo rispettare gli impegni assunti con i cittadini italiani possiamo trarre buon esempio su questo dal vostro mondo». Parla di impegni, doveri, e responsabilità, assicurando che queste, a cominciare dalla partita sulla manovra, «io intendo assumermele, anche se dovesse costare in termini elettorali».

Insomma, «siamo pronti a fare quello che è giusto per la nazione e non per noi», sottolinea Meloni per esempio quando conferma che «difenderemo dagli attacchi strumentali» la riforma del reddito di cittadinanza messa in campo dal governo mentre rimanda a «un orizzonte di legislatura» per «l’obiettivo di arrivare a una riduzione di almeno 5 punti del cuneo fiscale»: «Questo primo segnale - manda a dire - chiaramente non è sufficiente ma vogliamo andare avanti su questa strada», non senza far notare alla platea che la misura vale 4,2 miliardi di euro «cioè lo stanziamento più significativo dell’intera manovra dopo le misure sull’energia».

Meloni delinea dunque una comunanza di intenti con il mondo dell’impresa, nel segno di una «visione sociale» che «questo governo condivide con la Confindustria», anche perchè, incalza, «non può esistere welfare se a monte non c’è chi genera ricchezza». Alla platea confindustriale, il presidente del Consiglio manda a dire che «le misure perderanno di qualsiasi efficacia se non riusciremo a garantire alle imprese un contesto differente da quello fin qui trovato nel rapporto con lo Stato e il governo» e ricorda infatti che «sin dal mio insediamento ho sottolineato due principi fondamentali: non disturbare chi produce, e rimettere al centro il confronto con i corpi intermedi». A tal proposito, la premier ha confermato l’istituzione, presso il Ministero per le Imprese e il Made in Italy, di un ufficio che sarà denominato «Difensore civico delle imprese». E che, sostanzialmente, avrà il potere di avocare a sè quelle autorizzazioni che dovessero «incepparsi» negli altri ministeri. Un modo per arginare l’asfissiante burocrazia.

«Insieme - propone la premier - dobbiamo ragionare di fissare gli obiettivi e trovare le soluzioni per arrivarci. La sfida al dialogo non è formale: vorrei davvero - dice ancora Meloni - che si potesse ragionare come persone, mondi che ragionano verso gli stessi obiettivi, per risposte che servono al mondo produttivo e non solo. Perché siamo consapevoli - sottolinea - che se l’industria va bene, va bene anche la nazione». Del resto, rileva ancora «possiamo anche avere un confronto circoscritto sulle necessità quotidiane, ma la grande sfida del confronto oggi è ragionare di strategia», e qui Meloni torna a rilevare che «questa nazione non ha una strategia industriale da troppo tempo». Tra le varie misure prese, o in corso di definizione, Meloni rivendica come «un segnale importante» la decisione «di sbloccare i nostri giacimenti di gas naturale», e ribadisce che «l’Italia deve tornare a produrre energia, e quello che serve, banalmente, deve essere fatto».

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