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Sinistra lacerata, proteste anti-governo in tre piazze diverse

Gaetano Mineo
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La manovra spacca in quattro l’opposizione. La Sinistra non riesce a stare unita neanche contro la legge di Bilancio “Meloni”, bocciata proprio da tutte le forze: Terzo Polo, Partito Democratico, M5S e Cgil. E così, la “sinistra” protesta contro la manovra, viaggia in ordine sparso. Il PD già da settimane ha deciso di scendere in piazza il prossimo 17 dicembre a Roma, alla vigilia di Natale. Per il segretario Enrico Letta, appare un modo per mostrare la propria forza, perché per organizzare una piazza con decine di migliaia di persone, significherebbe mostrare i muscoli. Qualcuno lamenta, tuttavia, che prima di organizzare la protesta, il PD dovrebbe riorganizzare se stesso, ma questa è un altra storia. La manovra è “inadeguata e iniqua”, continua a ripetere Letta, annunciando che in occasione della manifestazione “alzeremo le bandiere sulle grandi questioni sociali: inflazione, caro vita, cuneo fiscale e salario minimo”.

 

 

Anche il leader del M5S promette battaglie e annuncia un'altra mobilitazione anche per difendere il Reddito di cittadinanza, perché secondo il capo dei pentastellati, questo governo punta "a mettere in ginocchio gli italiani". Ma, finora, nessuna data è arrivata dai 5stelle. Di certo, Conte non sarà in piazza a braccetto con il dimissionario Letta, non avrebbe nessun vantaggio politico. Sul piede di guerra, pure la Cgil che non vuol sentir parlare di protesta assieme al PD, e si prepara a manifestare il 13 o il 15 dicembre. Una giocata d’anticipo rispetto ai Dem, si direbbe nel calcio. Per il segretario Maurizio Landini, la manovra “è sbagliata", e la protesta serve “per far conoscere la gravità di alcune scelte compiute, penso alla flat tax e ai voucher".

 

 

Poi c’è la “non protesta” del Terzo Polo. Lo stesso leader di Italia Viva, Matteo Renzi, annuncia che il Terzo Polo non andrà in piazza, né tanto meno con il Partito Democratico o con il Movimento 5 Stelle. “Abbiamo presentato una contromanovra che difende il lavoro e i conti pubblici – dice Renzi -. Carlo Calenda, con una delegazione di Azione e Italia Viva, la illustrerà a Giorgia Meloni”. Ma puntualizza: “Nessun inciucio, proviamo a dare una mano, mi sembra che la Presidente Meloni ne abbia bisogno”. Ma perché la Sinistra non scende in piazza unita? I maligni parlano di una questione che va oltre alla manovra. Infatti, dopo la batosta incassata dai Dem alle Politiche, i concorrenti scalpitano per assumere la leadership dell’opposizione. Conte, addirittura, ha più volte manifestato che oramai i 5stelle sono la “nuova” Sinistra. Ed è su questo solco che l’ex premier sta cavalcando, anche perché vuole arrivare con un buon vantaggio nei confronti del “nuovo” PD di cui se ne parlerà in primavera. In questo scenario, emerge Landini, anche lui in corsa per rientrare nel gota della Sinistra che “conta”. 

 

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