Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

Governo, soldi alle famiglie. Assegno Unico maggiorato ai nuclei più numerosi

Esplora:

Filippo Caleri
  • a
  • a
  • a

C'è una nuova bozza della legge di Bilancio che domani sarà presentata al Parlamento. Innanzitutto è più lunga essendo arrivata a 155 articoli, con molti, del primo testo, ora riempiti. E anche se il ministero dell'Economia si è affrettato a smentire che l'articolato fosse quello definitivo, alcune misure sono assolutamente in linea con la linea Meloni che prevede aiuti alle famiglie. Così a decorrere dal primo gennaio 2023, per ciascun figlio di età inferiore a un anno, gli importi dell'assegno unico sono incrementati del cinquanta per cento.

L'aumento viene riconosciuto inoltre per i nuclei con tre o più figli per ciascun figlio di età compresa tra uno e tre anni ma con un tetto: il livello di Isee non deve superare i 40mila euro. Un tetto che rappresenta una soglia patrimoniale comunque consistente.

Spunta anche l'esenzione dall'Imu per i proprietari di immobili occupati che abbiano presentato regolare denuncia. Il soggetto passivo deve comunicare al Comune interessato, secondo modalità telematiche da stabilire con decreto del Ministero dell'Economia da emanarsi entro sessanta giorni dall'entrata in vigore del provvedimento, sentita la Conferenza Stato-città ed Autonomie locali, il possesso dei requisiti che danno diritto all'esenzione.

Definite alcune norme che, nella prima bozza, avevano solo il titolo «congedo parentale», ma che erano state annunciate da premier nella conferenza stampa di presentazione, previsto il mese in più di congedo per le madri lavoratrici. È «elevata per la madre lavoratrice, per la durata massima di un mese fino al sesto anno di vita del bambino, alla misura dell'80 per cento della retribuzione» - si legge nell'articolo 66 della bozza - e «la disposizione di cui al primo periodo del presente comma si applica con riferimento alle lavoratrici che cessano il periodo di congedo di maternità di cui al Capo III del decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151, a decorrere dal 1° gennaio 2023».

Sulla questione previdenza, sempre nel testo in circolazione, nell'articolo 56 intitolato «Opzione donna», compare l'ipotesi di età di uscita legata al numeri di figli. La riduzione dell'età anagrafica legata alla presenza di figli è stata estesa anche nei confronti di quelle lavoratrici licenziate o dipendenti da imprese per le quali è attivo un tavolo di confronto per la gestione della crisi aziendale. Ma questo capitolo sarebbe ancora in fase di valutazione tra i partiti.

Arriva anche una spinta alla Tav. Sono stanziati fino al 2029 complessivamente 750 milioni di euro «al fine di consentire l'accesso ai contributi da parte dell'Unione europea delle seguenti opere ferroviarie relative alle tratte nazionali di accesso al tunnel di base Torino Lione: cintura di Torino e connessione al collegamento Torino-Lione opere prioritarie; Adeguamento linea storica Torino-Modane tratta Bussoleno-Avigliana».

Soldi anche per le carceri, 600 milioni fino al 2027, per assicurare l'adeguamento strutturale ed impiantistico degli edifici adibiti ad uffici giudiziari, anche con riferimento alla normativa antincendio, e di finanziare gli interventi finalizzati all'efficientamento energetico e all'analisi della vulnerabilità sismica dei predetti edifici, nonché per l'ampliamento e la realizzazione di nuove cittadelle giudiziarie e di poli archivistici sul territorio nazionale e per l'acquisizione di immobili dal patrimonio demaniale, da destinare ad uffici giudiziari.

Al fondo del trasporto pubblico locale arrivano 200 milioni per il 2023 e altrettanti per il 2024. Serviranno a compensare la riduzione dei ricavi tariffari relativi ai passeggeri subita, nel periodo dal 1° gennaio 2021 al 31 marzo 2022, e conseguente alle limitazioni alla capienza massima per il Covid. Quanto alle indicazioni delle coperture manca ancora la norma sugli extraprofitti, che dovrebbero salire al 35% cambiando la base imponibile dal fatturato agli utili. Spunta invece un nuovo balzello sulle assicurazioni, il secondo previsto nella legge di Bilancio. L'imposta sulle riserve matematiche dei rami vita introdotta nel 2002, oggi allo 0,45%, salirà allo 0,50%, garantendo probabilmente a spanne qualche centinaio di milioni di incasso.

Dai blog