Spaccatura tra sindacati, fuoco contro Landini: “Vuole essere il leader della sinistra”
Maurizio Landini, numero uno della Cgil, si è lamentato per la manovra varata dal governo Meloni e le misure economiche insufficienti, annunciando la volontà di scendere in piazza contro l’esecutivo. Ma nell’universo sindacale non tutti sono d’accordo, anzi si assiste ad una vera e propria frattura. A rivelare il retroscena è La Stampa, che racconta come il mondo sindacale sia spaccato e le esternazioni e le mosse di Landini vengono considerate come quelle di un aspirante leader politico della sinistra. “Noi non ci pensiamo proprio a scendere in piazza”, la reazione che arriva dalla Cisl, dove sono “spaventati dall’attivismo ‘politico’ di Landini. Nei corridoi di via Po, il sospetto fatto arrivare all’orecchio del segretario Luigi Sbarra è che il leader della Cgil voglia proporsi ‘come unico argine di sinistra’ ai provvedimenti dell’esecutivo di centrodestra”.
“Colpisce i più poveri”. Riparte il tiro dei sindacati contro Meloni
“I toni espressi - continua il quotidiano nella sua ricostruzione - dal sindacato che si ispira al cattolicesimo democratico sono agli antipodi rispetto alle critiche che la Cgil ha recapitato all’esecutivo nelle ultime ore. Secondo Sbarra la legge di bilancio è ‘apprezzabile’, adesso la premier Meloni ‘deve aprire il confronto con il sindacato per migliorare la manovra nel corso dell’iter parlamentare, serve uno sforzo in più’. Dialogo, non piazza”. Con la sottolineatura che Landini voglia guidare la sinistra in Italia dopo le dimissioni di Enrico Letta dal Pd. Ancora in bilico la posizione della Uil, che potrebbe seguire la Cgil nelle proteste contro Meloni.
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