Insulti a Meloni? Sallusti svergogna la sinistra: “Siete fuori di testa, serve un'ambulanza”
Si sprecano gli insulti da parte della sinistra nei confronti di Giorgia Meloni ed è questo il tema approfondito da Alessandro Sallusti, direttore di Libero, nel suo editoriale apparso sulla prima pagine del 25 novembre del quotidiano. Ultimo caso è il “pescivendola” con cui Jeanne Perego, giornalista scrittrice cattolica di sinistra, ha appellato la leader del governo, fornendo l’assist a Sallusti per denunciare la follia della sinistra che non si arrende alla sconfitta elettorale dello scorso 25 settembre: “Perego ha trovato il modo dopo una vita così così di avere il suo momento di gloria pubblica, non dico raggiungendo ma almeno avvicinando il guru Roberto Saviano e il suo ‘Meloni e Salvini bastardi’. Una premier bastarda, pescivendola, ma pure ‘schiavista’ secondo un altro pezzo da novanta del club degli intellettuali illuminati, e mi riferisco a Marco Travaglio che ieri ha titolato la prima pagina del suo giornale’«Con la Meloni torna lo schiavismo’ e altrettanto sobriamente all'interno ‘Meloni vuole l'Italia degli schiavi’. Bastarda, pescivendola, schiavista, se aggiungiamo pure le allusioni a ‘stragista’ e a ‘mafiosa’ pronunciate in parlamento da Roberto Scarpinato, ex pm ora senatore del Movimento 5 Stelle, che resta più da dire se non che è vero che questo Paese ha un grave problema con il suo sistema sanitario visto che lascia cittadini bisognosi di cure psichiatriche in balia di se stessi”.
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“Qui non serve un magistrato perché è vero, come piagnucola Saviano, che la questione non può essere risolta per via giudiziaria, no qui - ironizza e punge Sallusti - serve una ambulanza, i matti sono un pericolo non solo per gli altri ma anche per se stessi. Io non sono preoccupato per Meloni, io temo che da un momento all'altro la Perego, Saviano, Travaglio, Scarpinato ma anche la Murgia e tanti altri di quella compagnia di mattacchioni mettano in atto gesti di autolesionismo pur di non prendere coscienza che le destre hanno vinto le elezioni e che quindi governeranno fino a cinque anni secondo programma come avviene del resto in tutte le democrazie del mondo”.
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Poi il monito finale del direttore di Libero, sempre utilizzando l’ironia: “Guardate che il problema è più serio di quanto appare, c'è un'intera classe di giornalisti, scrittori, magistrati per altro già falliti e perditempo che rimasta orfana è uscita di testa e non sa più dove sbatterla. Il governo non può fare finta di niente e girarsi dall'altra parte, occuparsi dei deboli e dei reietti è - la chiosa di Sallusti -un suo compito istituzionale”.
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