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Reddito di cittadinanza, linea dura di Valditara: "Stop a chi interrompe gli studi"

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Come promesso in campagna elettorale il governo Meloni rilancia la linea dura sull'obbligo scolastico e il reddito di cittadinanza. Il ministro dell'Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha commissionato una ricerca che riguarda i giovani percettori di Reddito di cittadinanza nella fascia compresa tra i 18 e i 29 anni.  I dati sono inquietanti. "In Italia ci sono 364.101 percettori di Reddito di cittadinanza", di questi "ben 11.290 possiedono soltanto la licenza elementare o addirittura nessun titolo, e altri 128.710 soltanto il titolo di licenza media".

Per questo il ministro ha lanciato una proposta. "Prevedere l’obbligo di completare il percorso scolastico per chi lo abbia illegalmente interrotto o un percorso di formazione professionale nel caso di persone con titolo di studio superiore ma non occupate né impegnate in aggiornamenti formativi, pena in entrambi i casi la perdita del Reddito di cittadinanza, o dell’eventuale misura assistenziale che dal 2024 lo sostituirà". Il ministro spiega come la misura del Reddito non spinge i giovani a studiare e a formarsi per costruire un proprio dignitoso progetto di vita. È necessario disincentivare "il collegamento tra il reddito e l’illegalità tollerata del mancato assolvimento dell’obbligo scolastico. È inaccettabile moralmente: significherebbe legittimare e addirittura premiare una violazione di legge”, ha commentato il ministro annunciando di avere elaborato “una proposta che mostra come la parola Merito nella visione mia e del governo non sia un orpello retorico, ma costituisca un preciso indirizzo politico". Ma il problema si estende anche a chi ha concluso il percorso di studi. “Anche la percezione del Reddito da parte di un giovane che ha titoli di studi superiori, non ha impedimenti personali, o famigliari, ma non cerca un lavoro, né investe in formazione su se stesso, non è sostenibile economicamente e culturalmente”, continua il Ministro. “Un ragazzo non può consapevolmente rinunciare a coltivare i suoi talenti in qualunque forma, ed essere contemporaneamente pagato dallo Stato, ovvero dai cittadini italiani. La Grande Alleanza per la Scuola e per il Merito che ho lanciato implica, come tutte le alleanze, il principio di responsabilità. Non c’è merito senza responsabilità. Sento dire che tagliare il Reddito sarebbe disumano. A me pare disumano convivere con l’illegalità, calpestare il diritto allo studio, educare i ragazzi al mantenimento a spese della società piuttosto che a credere in loro stessi e alla possibilità di migliorare le loro condizioni di vita” conclude il Ministro.

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