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No Meloni Day, collettivi bruciano le bandiere di FdI: premier "sessista e razzista"

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Che i temi della manifestazione di Milano contro il governo fosse guidata da rivendicazioni quantomeno confuse e pretestuose era sotto gli occhi di tutti quando sono stati diffusi i primi comunicati dei collettivi studenteschi. Tra l'altro si parlava di "generazione queer e transfemminista" e la pretesa di "un’educazione di genere, al consenso e al piacere”. Ma quanto si è visto in piazza va oltre. D'altronde il nome del corteo, "No Meloni day", non lasciava spazio a dubbi di chi fosse il bersaglio numero uno degli studenti. Le telecamere de L'Aria che Tira, la trasmissione di La7, hanno documentato le rivendicazioni di una studentessa, tale Alice, che spiega i motivi della mobilitazione. Che con la scuola e l'istruzione c'entra poco o nulla. "La nostra analisi non si basa esclusivamente sulla scuola ma abbiamo una visione internazionale della politica, del mondo e della società". 

 

"Quindi la Meloni non è un simbolo negativo solo per quanto riguarda il mondo della scuola - afferma - ma è tutto un concatenarsi di fattori particolari, dal razzismo al sessismo istituzionale e alla criminalizzazione del dissenso, passando dal controllo dei corpi". Insomma la premier sarebbe razzista e promuoverebbe il "sessismo istituzionale" nonostante sia la prima donna presidente del Consiglio della storia di questo Paese. Tant'è.

 

Durante il corteo milanese partito da Largo Cairoli alla volta di corso Venezia,hanno sfilato 500-1000 studenti con fumogeni e striscioni e, in base a quanto fatto sapere dalla questura, hanno realizzato imbrattamento e  affissioni abusive. Sono anche state bruciate bandiere di Fratelli d'Italia. "Eventuali danneggiamenti, credibilmente riferibili al circuito anarchico, sono stati individuati dalla Polizia di Stato e saranno deferiti all’autorità giudiziaria" trapela dalla questura milanese. 

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