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Pd alla frutta nell'ex fortino rosso della Toscana. Altro passaggio a Italia Viva

Christian Campigli
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Una tregua ancora molto lontana. Uno scontro, al contrario, che non accenna a diminuire. Sullo sfondo, un partito in evidente crescita ed uno che sta smarrendo la propria identità. La Toscana, uno degli ultimi fortini rossi, è diventata in queste ultime settimane un autentico laboratorio di quello che potrebbe diventare la sinistra italiana nel prossimo anno. Se è ormai evidente a tutti come le ali più massimaliste stiano costruendo un polo al fianco dei Cinque Stelle, è altrettanto indiscutibile come l'immobilismo del Partito Democratico stia stancando, e non poco, i riformisti.

 

Questi ultimi stanno guardando con interesse al Terzo Polo. Dopo i passaggi del consigliere comunale fiorentino Barbara Felleca e del sindaco di Bagno a Ripoli, Francesco Casini e le trattative ancora in corso  per il “salto della quaglia” di ben tre consiglieri regionali (notizie anticipate con dovizia di particolari dal nostro quotidiano), quest'oggi vi sarà un nuovo cambio di casacca. “Abbiamo trovato un accordo, un consigliere di quartiere prenderà la tessera ed entrerà nel Terzo Polo – ci racconta un eletto di Italia Viva -  Verrà ufficializzato nel tardo pomeriggio, non posso ovviamente dire di chi si tratti e quale sia il quartiere coinvolto, ma non posso negare la grande soddisfazione per questa ennesima dimostrazione di interesse e di fiducia da parte del mondo riformista al nostro partito”.

 

Nell'intervista rilasciata ieri dal capogruppo di IV a Palazzo del Pegaso, Stefano Scaramelli è emerso tutto il malcontento del movimento fondato da Matteo Renzi (che lunedì 20  presenterà nel capoluogo toscana la seconda edizione aggiornata del suo libro sulle storture della magistratura, “Il Mostro”) nei confronti di un Partito Democratico. “Le ultime elezioni politiche hanno dimostrato che noi siamo in netta crescita, gli amici del Partito Democratico in caduta libera. Non ci sta più bene di recitare la parte della ruota di scorta”. Una distanza siderale che, se non verrà colmata al più presto da decisioni nette e perentorie dei dirigenti dem, rischia di travolgere anche il governatore Eugenio Giani e uno degli ultimi fortini rossi presenti in Italia. 

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