Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

Elezioni regionali, il Pd si spacca anche sulle primarie nel Lazio

Daniele Di Mario
  • a
  • a
  • a

Il Pd del Lazio deciderà oggi se indire le primarie di coalizione per «battezzare» la candidatura alla presidenza della Regione Lazio di Alessio D’Amato. Ma il fallimento del campo largo potrebbe riservare altre brutte sorprese ai Dem. L’alleanza con il Terzo Polo non è infatti andata giù alla sinistra, che ora sta seriamente pensando di correre da sola con un proprio candidato. Il nome che circola è quello dell’eurodeputato Massimiliano Smeriglio. La maggioranza uscente alla Pisana si frantumerebbe in tre tronconi, di fatto consegnando al centrodestra una vittoria piuttosto agevole. Non solo. Se la sinistra si sfilasse, anche la celebrazione delle primarie (alle quali non parteciperà comunque il Terzo Polo, come ha chiarito da tempo Carlo Calenda) sarebbe in salita. Convocare i gazebo l’11 o il 18 dicembre con candidati di rincalzo sarebbe un autogol, anche in termini di affluenza.

La candidatura di Alessio D’Amato pare insomma blindata, ma le primarie sono un’incognita. Probabilmente l’ipotesi verrà accantonata: la decisione verrà presa oggi dalla direzione del Pd del Lazio, che discuterà anche la proposta di candidare alla successione di Zingaretti l’assessore alla Sanità. D’Amato è figura politica proveniente dalla sinistra, ma che non convince proprio Verdi e Sinistra italiana. D’Amato è stato infatti da mesi indicato come il candidato migliore dal Terzo Polo, tanto da passare oggi per l’uomo di Calenda più che del Pd. E a non convincere è proprio l’alleanza con Azione e Italia viva di Matteo Renzi. L’asse Fratoianni-Bonelli esprime dubbi sulla scelta che sta per formalizzare il Pd. Il segretario del Pd Lazio Bruno Astorre proporrà comunque il nome di D’Amato: «Alle 17 ci sarà la direzione regionale del Pd Lazio in cui discuteremo la proposta del Partito democratico. Proporremo la candidatura di Alessio D’Amato, ma deciderà la direzione», dice Astorre che, in merito alla possibilità di tenere primarie di coalizione, aggiunge: «Domani avremo una riunione di coalizione e sarà la coalizione a decidere su questo punto».

 

 

 

Ma alla riunione di coalizione non parteciperà sicuramente il Terzo Polo e anche la sinistra mette in fortissimo dubbio la propria presenza. Da Verdi e Sinistra italiana emerge inquietudine per come il percorso verso le regionali è stato impostato. I dirigenti nazionali avrebbero preferito che si lavorasse di più e con più convinzione per presentare una proposta unitaria. La possibilità di una corsa solitaria non è esclusa da Nicola Fratoianni, ma dal Pd romano nutrono dubbi che l’ala sinistra della coalizione possa sfilarsi. Fonti parlamentari del Pd, inoltre, avanzano il dubbio che dietro i tentennamenti di Fratoianni e Bonelli ci sia lo stesso Giuseppe Conte, che starebbe lavorando per una alleanza alternativa. Anche se Roberta Lombardi, assessore M5S della Giunta Zingaretti, propone: «Noi abbiamo posto certi temi. Il coordinamento 2050 credo che le condivida e penso che le varie parti di sinistra saranno d’accordo. Se c’è una parte del Pd che è d’accordo, facciamo una bella cosa: troviamo un altro candidato di coalizione e presentiamolo contro D’Amato così facciamo primarie vere, prima di tutto di programma».

L’assessore alla Sanità però ribadisce di essere «favorevole» al termovalorizzatore di Roma, sul quale «c’è stata troppa demagogia. Il termovalorizzatore a Roma è come il ponte San Giorgio a Genova: è un’opera pubblica che è stata decisa». D’Amato apre all’ipotesi di sostenere Letizia Moratti in Lombardia: «L’ho conosciuta come assessore alla Sanità e la ritengo un’ottima candidata». E sul M5S taglia corto: «Spero di essere il candidato unitario di tutto il centrosinistra, questa è la mia ambizione, dal Pd al Terzo Polo all’area rossoverde fino a +Europa, io sono fiducioso nell’unità. I 5 Stelle si sono esclusi da soli, si sono chiamati fuori, hanno fatto un’altra scelta perché hanno un altro obiettivo. Nessuno a sinistra è un nemico, gli avversari stanno dall’altra parte, ma obiettivamente hanno fatto un’altra scelta: ora sta a loro».

Dai blog