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Matteo Renzi se la ride e si "mangia" il Pd. Altri due dem passano al Terzo polo

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Da mesi esodo verso Italia Viva e Azione. Gli ultimi sono l'ex sindaco di Novara Andrea Ballarè e l'eurodeputato Giosi Ferrandino

Domenico Alcamo
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C'è un racconto politico che rischia di rimanere inosservato e fa da cornice al difficile cammino congressuale del Pd. Riguarda un'evidente trasmigrazione di classe dirigente locale verso il Terzo polo. Costante nella cronaca. La cosa trova fisiologico aggancio, ed agevolazione di consonanza politica, di fronte al fatto che l'ossatura del progetto dei macronisti all'italiana è autenticamente di provenienza dem. Ci sono i due leader, Matteo Renzi di Italia Viva e Carlo Calenda di Azione, che nel Pd hanno avuto esperienza di variabile intensità. Massima, per quanto riguarda Renzi che fu il leader in grado di portare il partito al 40% nel 2014.

 

E Calenda, che sotto la segreteria Zingaretti, in un patto con la sua sigla «Siamo Europei» e simbolo comune, nelle liste del Nazareno venne eletto al Parlamento europeo nel 2019. Ex Pd sono gli attuali capigruppo della formazione, Raffaella Paita al Senato e Matteo Richetti alla Camera. È politicamente non trascurabile anche la componente di Forza Italia, guidata da Enrico Costa, Maria Stella Gelmini e Mara Carfagna che hanno portato con sé rispettive quote di classe dirigente locale e l'arrivo di Letizia Moratti (profilo civico ma compiutamente ascrivibile all'area berlusconiana) si è dimostrato addirittura dirompente nel quadro lombardo in vista delle prossime elezioni regionali. Ma la sensazione, scorrendo le cronache dei passaggi, è che la partita di campo d'attrazione il Terzo Polo la giochi soprattutto nell'area sinistra. Ieri, l'ultima novità.
Passa ad Azione l'ex sindaco Pd di Novara Andrea Ballarè. Ha indossato la fascia tricolore dal 2011 al 2016, poi non è stato rieletto Primo Cittadino ed ha servito in Consiglio Comunale dall'opposizione fino al 2021, anno in cui però non perso in un partito che su temi cruciali per il Paese non solo non ha una visione comune, ma lancia anzi messaggi fortemente contraddittori».

 

A livello di enti locali, andando indietro di mesi, la lista è assai nutrita. E vede, tra gli altri, l'assessore di Isola Capo Rizzuto Carlo Cassano, che anche lui ha detto addio al Pd per la creatura renziana. Avveniva nello scorso febbraio e, sulla stampa locale, Cassano, annunciava la decisione assunta «con immenso rammarico e delusione, dopo 16 anni interrotti di militanza». Da Sud a Nord. Ed ecco quindi, a Milano, il consigliere comunale Carmine Pacente, presidente della commissione che si occupa di fondi europei e Pnrr. Un percorso politico che parte dalla Margherita, evolve ovviamente nel Pd, prima dell'addio, qualche mese fa, per approdare ad Azione, rimproverando «alcune ambiguità di fondo» ai suoi vecchi compagni di viaggio.

 

Spostandoci più ad est, poi, ecco che prende la porta dei dem, per attraversare l'ingresso di Italia Viva, Federica Fogolin, consigliere comunale di San Vito al Tagliamento, provincia di Pordenone, città di cui è stata vicensindaco e candidata alla fascia tricolore nel centrosinistra. Stessa scelta per Carlo Candido, suo collega di gruppo, anche lui ex assessore. E ora, il gruppo piddino in Comune rimane con un solo componente.

 

Gli ultimi giorni, poi, hanno visto l'arrivo ad Italia Viva anche di Barbara Felleca, consigliere comunale di Firenze, la città dove, dal timone di sindaco, è cominciata l'accelerazione del percorso politico di Renzi. E proprio lui ha voluto salutare questo nuovo ingresso definendola «donna coraggiosa e libera». Ancora, qualche ora più tardi, ecco l'eurodeputato Giosi Ferrandino, che entra nella famiglia di Renew Europe. In un'intervista a «Il Giornale» ha imputato al Pd «la mortificazione delle realtà locali, le scelte disastrose sulle candidature e la prospettiva di un legame sempre più forte con il Movimento 5 Stelle», preventivando che «i mal di pancia sono sempre più numerosi ed evidenti». Prevedibile, quindi, che l'antologia aggiunga altre pagine nei prossimi giorni. 

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