Migranti, la crisi diplomatica tra Italia e Francia preoccupa il Colle. Il silenzio di Mattarella
"Avvertiamo la responsabilità di essere paesi fondatori della Ue e ciò ci rende sempre più una casa comune, una comunità di valori e diritti umani, non solo di rapporti economici". Sergio Mattarella parla a Mark Rutte, nella sede del governo olandese dell'Aja, guardando tuttavia a quanto sta accadendo tra il nostro paese e la Francia. Una braccio di ferro che sfiora la crisi diplomatica, che non può non preoccupare il presidente della Repubblica, in visita di Stato in Olanda. Gli sbarchi riaprono, dunque, il fronte di frizione tra Italia e diversi paesi europei, con la Francia che prima decide di accogliere la Ocean Viking e poi promette di non essere più disposta a prendere dall'Italia i circa 3.500 migranti che avrebbero dovuto essere ridistribuiti secondo il piano dei ricollocamenti.
E' il silenzio di Mattarella a misurare uno stato di tensione che, tuttavia, non richiede ora un suo intervento o meglio esige una attenta osservazione dell'evolversi della situazione per capire quale sia il momento giusto per entrare in gioco. Semmai sarà necessario. Il cortocircuito tra i due paesi, oggi, non è paragonabile all'affaire gilet gialli, quando Parigi ritirò l'ambasciatore francese in Italia nel febbraio del 2019. Non stiamo quindi parlando di quel tipo di strappo, ma la situazione resta "complicata" e a dimostrarlo sono le bocche cucite degli stessi collaboratori del presidente.
A parlare è infatti solo il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, che reputa "sproporzionata" la reazione di Emmanuel Macron, pressato dalla destra guidata da Marine Le Pen e probabilmente infastidito dalle parole di Giorgia Meloni, quasi 'compiaciuta' per la linea della fermezza sullo sbarco dei migranti sul nostro territorio, che alla fine aveva premiato con il gesto di buona volontà della Francia.
L'attenzione da parte del Quirinale resta, infatti, altissima mentre prosegue la visita del presidente nei Paesi Passi. Oggi l'incontro con Rutte, capo dei cosiddetti paesi 'frugali', uomo guida del centrodestra olandese. I temi sul tavolo del colloquio sono numerosi e vanno dalla crisi energetica, alla modifica del patto di stabilità fino, appunto, alla questione dei migranti. "L'Europa ha attraversato molte crisi, da quella pandemica a quella energetica indotta anche dalla guerra, la Ue ha dato risposte efficaci e ha reagito in maniera compatta alla crisi indotta dal comportamento del governo russo. Come abbiamo superato le precedenti crisi ora occorre superare quella energetica", le parole pronunciate al Palazzo degli Stati Generali dell'Aja, davanti al presidente del Senato, Jan Anthoine Bruijn, e al vice presidente della Camera dei Rappresentanti, Roelien Kamminga.
"Nessun Paese da solo può affrontare" le sfide che si hanno di fronte e "l'unione può affrontare contribuendo così, come grande soggetto politico sovranazionale, all'equilibrio mondiale secondo i valori che ci ispirano di pace e di collaborazione di benessere del multilateralismo", dice Mattarella nel colloquio con Rutte. La forza dell'Europa unita, dunque, si fonda proprio sull'essere "comunità di valori e diritti umani", un concetto che il presidente ribadirà domani nel suo discorso alla House of Government di Maastricth. Lì dove trent'anni fa fu firmata l'intesa che fu "un vero e proprio 'nuovo inizio' per la famiglia europea".