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Veneto, Zaia ribadisce: "No alle trivelle". E lancia l'allarme per il turismo

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"No alle trivelle, io non cambio idea". È quanto afferma in una intervista al Corriere della Sera Luca Zaia, il governatore del Veneto, che prende la parola per la prima volta dopo che il governo (con un emendamento al dl Aiuti ter) ha dato il via libera all'estrazione di gas dai giacimenti più grandi. "Nel referendum del 2016, io avevo sostenuto il no alle trivelle, come quasi l'86% dei veneti e degli italiani. E oggi, confermare quel no non è soltanto una questione di coerenza" spiega il governatore.

Per il Veneto, significa la possibilità che si trivelli in un'area sul mar Adriatico al largo delle coste del Polesine. "Gli esiti della subsidenza - lo sprofondamento dei terreni e dei fondi marini - in seguito alle trivellazioni degli anni Cinquanta sono stati imponenti e devastanti. Ci sono zone in cui il fondo si è abbassato di quattro metri, con una progressione dei cedimenti anche oggi inesorabile" precisa Zaia. "La nostra gente è sicuramente inquieta per quello che è successo" ha detto il governatore nell'intervista. Zaia è preoccupato per il turismo veneto: "Non è una questione da comitati, qui la scienza ci dice che i problemi ci sono e ci saranno. La preoccupazione è diffusa tra la nostra gente, non è un problema di colore politico: la prima industria del Veneto è il turismo, la metà del fatturato viene proprio dalle spiagge", aggiunge. "La nostra non è una posizione ambientalista e tanto meno ideologica. Per dire: noi siamo favorevoli ai rigassificatori e le posso dire che siamo pronti ad aumentare la capacità di quello che già c'è. Io capisco fino in fondo la preoccupazione del governo. Però c'è luogo e luogo. E sul confronto con la Croazia che estrae gas Zaia sottolinea: "Noi abbiamo fondali sabbiosi, non rocciosi come quelli della Croazia. É tutto un altro contesto." 

Zaia propone di puntare sul rigassificatore esistente: "spingiamone al massimo le potenzialità. Tra l'altro, le nuove perforazioni potrebbero non darci risultati prima di tre o quattro anni" avverte. "Noi siamo perfettamente coscienti della crisi energetica e siamo convinti che sia grave. Ma è altrettanto vero che non si può passare sopra a questioni assolutamente serie in nome della ragion di Stato. Il Veneto si è sempre dimostrato attento e solidale, ma in questa fase sarà difficile dipanare le perplessità di una comunità che ha già pagato un conto salato per quello che è stato. Nel Polesine è stato un disastro colossale. L'Adriatico è un mare ma con molte delle caratteristiche di un lago. In questo contesto, gli effetti di eventuali danni ambientali sarebbero devastanti per turismo e balneazione in un raggio amplissimo, con un danno anche d'immagine complessivo enorme: il 66% dei nostri turisti sono stranieri" conclude il governatore. 





 

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