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Terremoto politico in Toscana. Consiglieri Pd con Carlo Calenda. Così crolla la maggioranza

Christian Campigli
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Un autentico terremoto. Che rischia di ridisegnare la mappa del potere anche nell'ultima regione rossa d'Italia, la Toscana. Dopo il passaggio del consigliere comunale fiorentino, Barbara Felleca, che sabato ha ufficializzato la propria fuoriuscita dal Pd per abbracciare le idee di Italia Viva, nelle ultime ore i rumors sui prossimi, clamorosi movimenti si son fatti incessanti. È necessario però spostarsi di alcune centinaia di metri, da Palazzo Vecchio (sede del Comune di Firenze) a Palazzo del Pegaso (dove si riunisce il consiglio regionale).

“Questione di giorni, forse di una settimana e tre eletti del Partito Democratico si iscriveranno ad Azione – ci racconta un dirigente del Terzo Polo – Si tratta di elementi di spicco, stufi del lassismo di Enrico Letta. Sia chiaro, ancora non c'è nulla di definitivo. Stiamo parlando, ma i punti di contatti sono così numerosi che mi lasciano essere ottimista”. Se l'operazione di “salto della quaglia” dovesse andare in porto, il Pd non sarebbe più autonomo in Regione Toscana. Ad oggi, su quaranta consiglieri, ne ha ben ventidue. Un numero rilevante, che diminuirebbe a diciannove, ovvero sotto la soglia di maggioranza. A quel punto, il Terzo Polo farebbe valere, in modo significativo, la propria, indispensabile presenza.

 

 

 

Un problema non da poco per il governatore Eugenio Giani. Ma se Atene piange, Sparta di certo non ride. Ieri il capogruppo Nicola Armentano e Andrea Ceccarelli, segretario cittadino del Pd, hanno diffuso una nota al veleno. “La decisione di Barbara Felleca è irrispettosa nei confronti di una comunità, quella del Pd, di cui è stata parte attiva fino a praticamente l’altro ieri. Stile e correttezza istituzionale vorrebbero che, da parte sua, ci fosse una riflessione sull’opportunità di mantenere un incarico che le è stato conferito nell’ambito di una diversa appartenenza politica, con il sostegno dei consiglieri Pd”. Una presa di posizione ben diversa da quella tenuta, anni fa, dopo gli addii nel 2017 di Enrico Rossi (che, da governatore della Regione, passò a Mdp) e di Maurizio Sguanci (che, da presidente del Quartiere Uno di Firenze, entrò in Italia Viva). "L'atteggiamento del Pd lascia davvero senza parole – afferma il capogruppo di Fdi a Palazzo Vecchio, Alessandro Draghi - Surreale vengano chieste le dimissioni dell'unica donna che detiene un ruolo tra presidenti e vice".

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