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Antonio Tajani sulla crisi nei Balcani: l'Italia sia protagonista di pace

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Non solo Ucraina. Le tensioni internazionali non coinvolgono soltanto l'invasione russa del territorio di Kiev. Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, mette in evidenza il clima teso che si respira anche nei Balcani, tra Serbia e Kosovo. Intervistato dalla Gazzetta del Mezzogiorno, Tajani sottolinea che la diplomazia italiana «sta facendo di tutto per far sì che ci sia una de-escalation. Ho parlato con il presidente serbo Aleksandar Vucic e con il premier del Kosovo Albin Kurti e ho invitato entrambi a lavorare per la stabilità. Gli ho detto che facciamo appello alla loro leadership per evitare azioni unilaterali. Bisogna cercare di gettare acqua sul fuoco. Anche perché noi là siamo presenti con 720 militari in Kfor, poi ce ne sono 70 di Eufor-Althea in Bosnia ed Erzegovnia, 20 con Eluex in Kosovo e c’è un nucleo della Guardia di Finanza in Albania. Anche io penso di andare quanto prima nei Balcani Occidentali per cercare di favorire il dialogo».

Tajani spiega che «noi, come italiani ed europei, dobbiamo essere presenti nei Balcani per favorire la stabilizzazione e anche per far sì che lì sia Europa, per cercare di evitare che ci siano presenze invasive da parte di altri». «Ricordiamo - continua il ministro - che loro si sentono europei, credono nella libertà, nella giustizia e nella democrazia e dobbiamo facilitare questo avvicinamento all’Europa e lavorare per la stabilizzazione. Anche perché una situazione destabilizzata aggraverebbe la situazione migratoria. Abbiamo immigrati che arrivano dal Mediterraneo sì, ma anche via Grecia e Macedonia del Nord. E non vanno solo in Germania, noi abbiamo anche una frontiera occidentale che rischia di essere attraversata. La questione migratoria dei Balcani per noi rappresenta una priorità».

 

 

 

Visti i legami che la Serbia ha, volente o nolente, con la Russia, molti osservatori - viene fatto notare al ministro - hanno pensato a una crisi balcanica a orologeria. «Guardi - risponde Tajani - io non mi preoccupo delle ricostruzioni che non hanno prove a supporto, io mi preoccupo solo che l’Italia possa avere un ruolo di pacificatore nei territori. Noi dobbiamo lavorare affinché i Balcani siano una regione europea con stabilità politica. Ci sono Paesi candidati e potenziali candidati a entrare nell’Unione e, quindi, è nostro interesse e interesse dell’Ue lavorare per la stabilità ed evitare le frizioni. Anche perché ci sono popolazioni diverse, è un terreno non facile. Però devo dire che i nostri militari sono ben visti sia dai kosovari sia dai serbi e sia dai musulmani sia dai cristiani. Riescono sempre a svolgere un ruolo costruttivo. Quindi noi dobbiamo lavorare perché tutto proceda nel migliore dei modi e l’Italia possa essere protagonista. Se serve più Italia nei Balcani? Questo è il mio intendimento, far divenire l’Italia protagonista sia perché ci sono interessi diretti sia per la situazione geopolitica e migratoria».

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