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Migranti a Catania, Rita Dalla Chiesa: "Non possiamo più essere il campo profughi d'Europa"

Dario Martini
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«Non capisco per quale motivo queste navi, che battono bandiera di altri Paesi, debbano attraccare in Italia». Rita Dalla Chiesa, volto noto della tv e neo deputata di Forza Italia, è convinta che «non sia più possibile che le Ong continuino a non rispettare le regole». Allo stesso tempo, però, ammette che si tratta di un «problema molto grosso», che va risolto pretendendo responsabilità da parte di tutti gli altri Stati europei.

Onorevole, cosa ne pensa del decreto di sbarco temporaneo che permette solo alle persone considerate a rischio di entrare nel nostro territorio?
«Penso che sia giusto. Guardi, mi fa molto male vedere quelle immagini. I migranti non possono rimanere in balìa delle sofferenze. Chi è a rischio va fatto scendere. Ma chi non ha il diritto di sbarcare in Italia non deve farlo».

Quindi le Ong, una volta fatti scendere i migranti che ne hanno diritto, devono ripartire?
«Certo. Io penso che dobbiamo essere molto duri con le Ong. Ma dovrebbe accadere un'altra cosa».

Si spieghi...
«Quelle navi non dovrebbero proprio essere fatte salpare. E qui torniamo al vero problema, che non può essere solo italiano ma di tutti gli altri membri dell'Unione europea. Con Luciana Lamorgese ministro dell'Interno sono sbarcati decine e decine di migliaia di profughi. Non è più possibile. Come facciamo a reggere un urto economico così forte? Come lo spieghiamo a chi prende 380 euro al mese di pensione? È brutto parlare di difesa dei confini, non lo trovo corretto. Ma non è più possibile che il territorio italiano appartenga a tutti tranne che a noi. L'Italia non può essere il grande campo profughi d'Europa. I migranti che salgono su una nave che batte bandiera francese devono essere accolti dalla Francia, su una nave tedesca dalla Germania, e così via. Antonio Tajani lo ha detto chiaramente, ci vuole una vera collaborazione europea».

La sinistra dice che il nostro Paese non può negare aiuto a chi scappa da guerre e povertà...
«Non è vero che l'Italia non sia accogliente. Negli ultimi mesi abbiamo accolto tantissimi ucraini. Ma ormai sono molti anni che ospitiamo i migranti. Non dimentichiamo che in gran parte non sono più persone che scappano dalle guerre. E non scordiamoci che dietro tutto questo si nasconde il business dei trafficanti. Ripeto, la linea giusta è quella indicata da Tajani».

Cioè?
«Ha detto una cosa semplice agli altri governi europei: "Per cortesia assumetevi anche voi le vostre responsabilità". Trovo profondamente sbagliato che noi non possiamo dire di no come fanno gli altri. Loro hanno sempre girato sempre la testa dall'altra parte, mentre noi, che siamo diversi, non riusciamo a farlo di fronte a chi ne ha bisogno. E questo, me lo lasci dire, è un bene».

Cosa ne pensa dell'iniziativa di alcuni suoi colleghi parlamentari, Aboubakar Soumahoro, Anthony Barbagallo e Antonio Nicita, che sono andati al porto di Catania per cercare di far scendere tutti i migranti dalle navi indiscriminatamente?
«Io le chiamo passerelle. Come quelle che faceva Richard Gere. Non conosco personalmente il deputato Soumahoro. Ma ho letto che una coop attiva nel mondo dell'accoglienza, legata a suoi familiari, sarebbe indietro con i pagamenti dei dipendenti. Allora gli dico: prima si preoccupi di questi lavoratori, dopo può anche salire sulle navi». 

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