Meloni convoca i sindacati. Pensioni, cuneo ed extraprofitti: i dossier del governo
Fissato il primo round tra la neo presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e i leader di Cgil, Cisl e Uil, convocati a Palazzo Chigi per mercoledì 9 novembre. Numerosi i dossier sul tavolo, tutti caldi: la riforma delle pensioni – su cui incombe il ritorno alla legge Fornero a partire dal 1° gennaio 2023 – il taglio del cuneo fiscale e la questione degli extraprofitti. Un incontro, quello di mercoledì prossimo, richiesto a gran voce da tutte e tre le sigle sindacali. E se la Cisl plaude alla tempestività, Cgil e Uil restano più fredde. “Per noi è un incontro che deve servire a gettare le basi per una serie di cambiamenti nel nostro paese”, dice Maurizio Landini, a cui fa eco Pierpaolo Bombardieri, secondo cui, “la priorità è recuperare il potere d’acquisto, vedremo cosa potremo cambiare nell'ambito del confronto”. Tre quindi i focus della riunione, a partire dalle pensioni: senza riforma né interventi, a gennaio arriva lo scalone di 5 anni previsto dalla legge Fornero. Un’ipotesi che però, assicura la ministra del Lavoro Marina Calderone, “faremo di tutto per evitare”.
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Landini sul punto è secco: “Non è il momento di dare i numeri, dire solo Quota 41 non vuole dire nulla. Uno può dire 42 o 43, il problema è quale riforma delle pensioni fare”. I sindacati, come ha precisato anche Bombardieri, aspettano di capire, "quali saranno le proposte in manovra. Le nostre sono chiare e riguardano la flessibilità in uscita per i lavoratori”. Ad invocare una riforma strutturale è anche il presidente degli industriali Carlo Bonomi anche perché “sulle pensioni di vecchiaia abbiamo già 9 deroghe alla gestione, 30 comitati Inps che gestiscono il sistema pensionistico, senza parlare delle casse private". Anche sulla legge Fornero "bisogna essere chiari”.
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C’è poi la partita sul cuneo fiscale, fondamentale per i sindacati per rafforzare il potere d’acquisto dei lavoratori. Nella rosa delle priorità da discutere il 9, ci sarà da capire “quante risorse ci sono e dove le vuole mettere il Governo. Se vengono destinate tutte all'emergenza energetica non vorrei che poi ci dicessero che per il cuneo fiscale non c'è nulla”, avverte Landini mentre Sbarra non ha timori: "nelle dichiarazioni, Meloni ha annunciato la volontà di operare verso un deciso taglio del cuneo fiscale, per aumentare il netto in busta paga dei lavoratori". Una tesi che sembra trovare conferma nelle parole di Calderone che parla di "restituire il potere d'acquisto alle retribuzioni e ridurre il cuneo fiscale devono essere obiettivi raggiungibili in tempi brevi.
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Resta in piedi la proposta di Confindustria di un taglio da “16 miliardi, sotto i 35 mila euro di reddito, due terzi a favore dei dipendenti, un terzo a favore delle imprese, che vuol dire mettere in tasca 1200 euro in più a ogni lavoratore". Su quest’ultimo punto però entra in frizione con i sindacati: “l'obiettivo deve essere aumentare il netto in busta paga dei lavoratori, è questa la priorità. Non capisco perché non debba andare tutto al lavoratore. Il lavoro ha già dato in questi anni", sottolinea il leader di Corso d’Italia. Infine, la questione degli extraprofitti. Per la Cgil, se necessario, bisognerà "riscrivere la norma”, perché è essenziale “redistribuire le risorse” allargando gli extraprofitti “non solo al settore energetico”. E questa volta è Bonomi ad ammonire: “l'Italia è l'unico paese Ue che ha questa norma", spiega guardando piuttosto al regolamento che l'Ue vorrebbe mettere in pista per disciplinare la questione. Così come è scritta “la norma non funziona”, conclude il presidente degli industriali.