Caso Santanché, il legale: "Fatta istanza, non risulta indagata". Il giallo: da chi è partita la polpetta avvelenata?
Nel fascicolo, stando a quanto svelato dal suo avvocato, il nome della ministra del Turismo non c'è
Daniela Santanché non è indagata nell'ambito del fallimento della Visibilia Editore Spa, la società che ha fondato ma della quale alcuni mesi fa ha dismesso le quote. A confermarlo è il legale della ministra del Turismo, l’avvocato Salvatore Sanzo, che chiarisce in una nota di aver «presentato apposita istanza alla Procura della Repubblica di Milano, dalla quale si evince che, in piena coerenza con quanto dichiarato dalla senatrice Santanchè, a carico della stessa non risultano, nel Registro degli indagati, iscrizioni suscettibili di comunicazioni».
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Nei giorni scorsi il pm Roberto Fontana ha presentato istanza di fallimento per la società Visibilia, di cui Santanchè è stata presidente fino allo scorso gennaio e di cui ora ha dismesso le quote. Da quanto si è appreso, è stata anche aperta un’indagine per bancarotta e false comunicazioni sociali, nell’ambito della quale sarebbero stati indagati gli ex amministratori della società, inclusa la senatrice di FdI. In casi come questo, infatti, la Procura può anche non dare indicazioni circa l’iscrizione nel registro degli indagati se questo atto è stato secretato.
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Il caso Santanché è stato il primo ad aver colpito il governo Meloni. La ministra era finita nel mirino anche per la decisione di non cedere le quote dello stabilimento Twiga, che potrebbe costituire conflitto di interessi visto il ministero che si trova a guidare. Ora la notizia (smentita) dell'indagine.