Governo, Meloni smentisce attriti con i ministri "tecnici" e avvisa gli alleati
Un primo decreto «molto importante e simbolico». Giorgia Meloni, parlando in conferenza stampa dopo il Consiglio dei ministri che vara misure su giustizia, Covid e rave party, non nasconde la propria soddisfazione per il primo risultato portato a casa dal nuovo governo di centrodestra che il leader di Fratelli d'Italia presiede. Meloni va dritta per la propria strada. E i cittadini dimostrano di apprezzare. Mentre il presidente del Consiglio lascia a piedi Palazzo Chigi per andare a incontrare i giornalisti nell'attiguo palazzo della Presidenza del Consiglio, viene accolta dagli applausi di centinaia di persone che sin dalla mattinata stazionano in piazza Colonna. Un'ovazione. Lei ricambia, saluta e manda baci.
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Il Cdm si apre con il ricordo per le vittime - 27 bambini e una maestra - del crollo della scuola di San Giuliano di Puglia causato dal terremoto di vent' anni fa. Meloni spiega le misure prese dal Cdm e spiega che il prossimo Consiglio dei ministri sarà venerdì 4 novembre.
Un Cdm «molto importante»- precisa- perché discuterà la delega ai servizi segreti e l'approvazione della Nadef, propedeutica alla legge di Bilancio, sulla quale il premier tiene una riunione alla fine della conferenza stampa. «Stiamo facendo una corsa contro il tempo sulla legge di Bilancio», spiega Meloni, confidando che l'auspicio del governo è che già venerdì «ci possano essere i primi provvedimenti sull'energia».
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Con i giornalisti, il presidente del Consiglio dispensa anche battute. Una sul Guardasigilli Carlo Nordio. «Gli ho tolto il bavaglio», dice alludendo alle ricostruzioni giornalistiche su presunti disaccordi «inesistenti» con il Ministro della Giustizia. L'altra sulla data del giuramento di viceministri e sottosegretari. «Giureranno mercoledì 2 novembre (domani ndr.) e sono curiosa di vedere cosa scriveranno i giornali», dice Meloni.
Proprio sulle nomine di sottogoverno, il premier esclude categoricamente che con gli alleati ci siano state tensioni, chiarendo però di aspettarsi «compattezza e lealtà» dalla squadra di governo. In Cdm spiega Meloni si respira «un'aria di grande entusiasmo» pur nella «consapevolezza» delle difficoltà da affrontare. «Si vogliono risolvere i problemi. Non ci sono problemi» al governo, aggiunge.
Anche durante la riunione del Consiglio dei ministri tutto fila liscio e in modo veloce. Il decreto e le nomine vengono approvati in circa un'ora e mezza di riunione, senza alcuna tensione tra i ministri. «Non ci sono stati problemi, in Cdm si respira entusiasmo e compattezza in una situazione difficile», ribadisce Meloni.
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Quanto ai sottosegretari, Meloni dice: «Quando ho avuto dei dubbi ho riscontrato risposte positive. Stiamo procedendo con grande celerità. Il criterio utilizzato è stato quello delle persone migliori per determinati incarichi». «Nel prossimo Consiglio dei ministri verranno nominati i viceministri e decise le deleghe. Abbiamo promesso di essere veloci e veloci saremo», dice il presidente del Consiglio che - come avvenuto per la nomina dei ministri - ascolta tutti, poi decide e tira dritto.
Parlando ai giornalisti, Meloni entra ovviamente nel merito di provvedimenti presi. Sulla giustizia, spiega che le norme sull'ergastolo ostativo sono state prese recependo il testo approvato all'unanimità dalla Camera per evitare che l'8 novembre la Corte Costituzionale, tornando a riunirsi sul tema, possa abrogare l'ergastolo ostativo permettendo a centinaia di boss di accedere ai benefici carcerari anche se non hanno collaborato con magistrati e forze dell'ordine. Il Parlamento poi, in sede di conversione, potrà mettere ulteriormente mano al provvedimento. «Sono fiera che il governo parta con le misure anti-mafia», dice Meloni, che chiarisce che i provvedimenti sono stati «concordati con Nordio».
«Sul tema della lotta alla mafia non faremo passi indietro ma passi in avanti. Lo Stato c'è e non si fa mettere i piedi in testa», assicura il premier.
Quanto al rinvio al 30 dicembre di alcuni provvedimenti della legge Cartabia, la misura è stata chiesta dai procuratori generali e, in ogni caso, la proroga «non metterà a rischio il Pnrr».
Sprint Meloni su covid, giustizia e rave party. Ok anche ai sottosegretari
Meloni parla anche del nuovo reato specifico per impedire i rave party, precisando che la manifestazione di Predappio «politicamente è una cosa distante da me in maniera molto significativa». Sul Covid, il presidente del Consiglio conferma il cambio di approccio. «Procediamo facendo le scelte in base alle cose che sono efficaci, con una informazione molto chiara e lavorando molto sulla responsabilizzazione», dice. Nella gestione della pandemia - ribadisce ancora una volta- «qualcosa non ha funzionato. Il Covid è diventato un tema da campagna elettorale. C'è stato un approccio ideologico», aggiunge sottolineando come il governo agirà sulla base di evidenze scientifiche.