Rave party Modena, “sorpresi e preoccupati”. L'assurda difesa della sinistra dell'illegalità
Una vicenda grottesca. Ma esemplificativa. Che pone interrogativi profondi su cosa sia, oggi, la sinistra italiana e su quale sia la vera modalità di opposizione al governo Meloni che il Partito Democratico vuole tenere. Perché, anche a volersi sforzare, riesce davvero complicato comprendere le parole della senatrice Vincenza Rando e dell'onorevole Stefano Vaccari. “L'ordine del Ministro Piantedosi di sgomberare il rave party illegale in corso a Modena ci sorprende e ci preoccupa. Sorpresa perché garantire la sicurezza e rispettare la legalità è un compito delle forze dell'ordine che molto probabilmente davanti ad oltre tremila giovani hanno optato per un'attività dissuasiva e non un'azione di forza, ci preoccupa visto il precedente di come è stato gestito l'ordine pubblico nei confronti degli studenti de La Sapienza pochi giorni fa”.
Finisce l'era permissiva di Lamorgese: pugno duro di Piantedosi sui rave party
Un ragionamento davvero complicato, quello portato avanti dai due esponenti politici. Perché se, come scrivono, si tratta di un raduno illegale, è compito del Ministro degli Interni riportare la situazione entro il perimetro della legalità. E non aspettare ore, giorni di trattative (ponendo, implicitamente, sullo stesso piano quei ragazzi che stavano commettendo un reato e lo Stato) come capitato all'ex Ministro Luciana Lamorgese, questa estate, durante il rave di Mezzano, piccolo centro nel viterbese.
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Discorso analogo per la vicenda dell'Università La Sapienza. Se un gruppo di studenti organizza un incontro, regolarmente autorizzato, con un giornalista e un esponente politico, non è assolutamente accettabile che una seconda fazione voglia impedire, con la forza, quella conferenza. E se la polizia, a loro volta, reagisce a quell'azione squadrista, nessuna persona dotata di un minimo di buon senso deve sorprendersi. La verità è che la sinistra aveva bollato Matteo Piantedosi come un debole, un Ministro non in grado di portare avanti il lavoro iniziato nel 2018 da Matteo Salvini. I fatti, come spesso sta capitando nell'ultimo anno, stanno inesorabilmente dando torto ai progressisti.