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Giustizia, rinviata la riforma Cartabia. Nordio: “Accolto il grido di dolore delle Procure”

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Il Consiglio dei Ministri ha rinviato al 30 dicembre l'attuazione della riforma Cartabia. Con il dl approvato oggi vengono rispettate le sollecitazioni giunte con una lettera al ministro Nordio da 26 Procuratori generali. I magistrati chiedevano di rinviare l'applicazione della riforma per consentire una disciplina transitoria per importanti settori della recente riforma del processo penale che consentirebbe il riassetto organizzativo degli uffici giudiziari. 

"Abbiamo accolto il grido di dolore di Procure, gip, Corti di Appello e Procure generale nel chiedere il rinvio dell'applicazione della riforma Cartabia che comunque va nella giusta direzione" ha detto il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, nel corso della conferenza stampa dopo il Consiglio dei Ministri. "Ci tengo a sottolineare che questo rinvio non ha nessun impatto negativo con il Pnrr, anzi avremmo corso il rischio che ci si sciogliesse in mano, che fosse inapplicabile. Ora invece abbiamo più tempo per capire" ha spiegato il ministro. "La decisione di rinviare l'entrata in vigore della riforma del processo penale riguarda il funzionamento degli uffici giudiziari. Sono consapevole delle difficoltà in cui versano le nostre procure, gli uffici del gip, le Corti d'appello" prosegue Nordio. Per quanto riguarda l'ergastolo ostativo il ministro ha precisato che è stata accolta "l'indicazione della Consulta. Si tratta di adeguarci alle indicazioni della Corte, e anche di recepire l'indicazione data dal precedente Parlamento che aveva proposto questa modifica". Durante la conferenza stampa a seguito del Cdm Nordio ha precisato come "Avevamo una indicazione da parte della Corte costituzionale, che si sarebbe pronunciata su alcune criticità di questa disciplina che riguardavano essenzialmente l'automatismo, cioè che per il semplice fatto di essere condannati per alcuni reati scattassero certi provvedimenti o limitazioni ai provvedimenti. Indicazione che è stata accolta e inserita nel decreto approvato. Non c'è più questo automatismo ma è devoluta al giudice tutta una serie di valutazioni" ha concluso. 

 

 

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