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Giorgia Meloni, semaforo verde al decreto legge su covid, giustizia e rave party

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«Avevamo promesso che saremmo stati veloci, e veloci siamo». Giorgia Meloni non si discosta da quel «pronti» lanciato in campagna elettorale e ribadito una volta arrivata a Palazzo Chigi. Con il primo Cdm veramente operativo si completa la squadra, con 8 viceministri e 31 sottosegretari, necessari «per un corretto funzionamento del governo», e arriva anche il via libera al primo decreto legge del nuovo corso incentrato su giustizia (carcere ostativo e rinvio riforma Cartabia), salute (anticipo della fine dell’obbligo di vaccini anti Covid al primo novembre per il personale sanitario) e sicurezza (contrasto ai rave party).

Insomma, il premier esprime «piena soddisfazione» per le misure approvate, «primi segnali che mostrano il rispetto del nuovo governo nei confronti degli impegni presi con i cittadini. Avanti, insieme, per un’Italia più giusta». In conferenza Meloni parla di un dl «molto importante» per i provvedimenti contenuti all’interno, «personalmente per me a tratti anche simbolico», aggiunge evidenziando il fatto che durante la relazione alle Camere «ho ricordato di aver cominciato il mio impegno politico all’indomani della strage di via D’Amelio. Molto si è discusso di lotta alla criminalità organizzata tra i grandi obiettivi di questo governo e io sono contenta e fiera del fatto che il primo provvedimento contenga una norma che va esattamente in questo senso». «Abbiamo deciso di intervenire su una materia che ci sta particolarmente a cuore da diverso tempo, ovvero il carcere ostativo. Questa norma è figlia dell’insegnamento di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino - evidenzia -, e abbiamo scelto di inserire in un decreto la norma così come è stata esattamente votata alla Camera per rispetto al lavoro fatto». «Ho anche tolto il bavaglio al ministro Nordio, come avevo letto sulla stampa nei giorni scorsi, abbiamo condiviso dall’inizio questa necessità», scherza il premier prima di aggiungere che in sede di conversione l’augurio è che il Parlamento «possa migliorare la norma». Ma, ribadisce, «sulla lotta alla mafia non intendiamo fare un solo passo indietro ma solo in avanti». Nel decreto è inserita anche una norma sulla riforma Cartabia per la parte che riguarda il processo penale. «Qualcuno ha detto che con questo rinvio rischiamo di far saltare una delle milestones del Pnrr. Ma l’obiettivo va centrato entro il 31 dicembre, quindi ai fini del Pnrr non cambia nulla - assicura il presidente del Consiglio - Ci siamo presi 2 mesi mantenendo i nostri impegni con la Commissione europea. Non c’è alcun rischio che venga compromesso il Pnrr».

 

 

 

Sul fronte Covid, poi, Meloni conferma l’utilizzo di mascherine negli ospedali mentre si è deciso di anticipare la fine dell’obbligo vaccinale per il personale sanitario e delle Rsa al 1° novembre. «perché questo ci consente di prendere 4mila persone e rimetterle al lavoro in un sistema che ha già problemi di personale». Il tema della salute e del Covid, spiega, «non si affronta con un approccio ideologico ma con un approccio scientifico serio per i provvedimenti. Quello che contesto alla gestione precedente è che alla base dei provvedimenti non c’era evidenza scientifica. Il Covid è diventato un tema di campagna e i risultati non sono stati efficaci».

Sul fronte sicurezza, infine, con la norma sui rave «vogliamo dare il messaggio di non essere diversi dalle altre nazioni d’Europa. Quando ci fu il rave di Viterbo la cosa che mi colpì molto erano le migliaia di persone arrivate in Italia - con risultati che conosciamo con 2 morti e distruzione - da tutta Europa. L’impressione che abbiamo dato è di lassismo sul rispetto delle regole e della legalità. Non voglio dare l’impressione che l’Italia è una nazione dove si può delinquere». E a chi le chiede un commento sulla manifestazione di Predappio, taglia corto: «Politicamente è una cosa distante da me in maniera molto significativa».

Insomma, avanti tutta per dare un segnale immediato su più fronti, senza ovviamente dimenticare quello economico. Ecco perché Meloni, che giovedì sarà a Bruxelles per incontrare i vertici delle istituzioni europee, ha fissato già per venerdì un nuovo Cdm in cui ci sarà «l’approvazione della Nadef, fondamentale e propedeutica per la manovra. Stiamo facendo una corsa contro il tempo per la legge di bilancio». «I tempi sono molto ristretti», ammette, e così da venerdì «passiamo a parlare di economia, e spero anche di energia con alcuni primi provvedimenti». In calendario inoltre anche «le determinazioni che servono» riguardo all’attribuzione della delega ai servizi segreti. L’ultimo messaggio il premier lo rivolge alla sua squadra, da cui si aspetta «compattezza su tutto e lealtà». «Ma lo sto riscontrando - spiega dichiarando di voler fare un po' di "controinformazione" - non ci sono stati in questa fase problemi di alcun genere. In Cdm si respira un clima di grande compattezza, entusiasmo, pur nella consapevolezza delle difficoltà che incontriamo. Credo che il fatto di trovarci a governare questa Nazione nel periodo più difficile della storia d’Italia porti inevitabilmente a mettere da parte forme di individualismo».

Cosa avvenuta anche nella composizione della squadra di sottogoverno. «Ci sono state valutazioni nel merito ma io non ho incontrato problemi. Il criterio - conclude - era di individuare le persone migliori per determinati incarichi. Ovviamente facendo anche delle mediazioni. C’era il tema della presenza femminile e della rappresentanza territoriale. Non è mai un lavoro facilissimo, però lo abbiamo fatto tutto in poche ore. Stiamo procedendo con grande condivisione e voglia di fare».

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