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Di Maio, che fine ha fatto l'ex ministro: si dimette anche da Impegno civico

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Triste, solitario y final. E’ passata appena qualche ora dal passaggio di consegne alla Farnesina con Antonio Tajani, nuovo ministro degli Esteri, quando un lancio d’agenzia annuncia che Luigi Di Maio, sabato pomeriggio, si dimette da segretario di “Impegno Civico”, la creatura politica creata con la scissione del Movimento 5 Stelle. Un soggetto che avrebbe dovuto rinforzare il governo Draghi (e assicurare a lui quasi un altro anno di ruolo ministeriale), ma poi i fatti sono precipitati. Il governo Draghi è andato in cortocircuito e il calendario ha cominciato a correre verso le elezioni. Di Maio ha bisogno di Tabacci per presentarsi senza raccogliere le firme, ed entrambi si candidano in un collegio del maggioritario, in alleanza con il Pd. “Ne resterà soltanto uno”, diceva quell’indimenticabile battuta di Highlander. Ed infatti è rimasto Tabacci, premio Nobel in capacità di sopravvivenza lungo le epoche politiche, vincente a Milano.

Di Maio, invece, bastonato a Napoli (sconfitto, peraltro, da un suo ex collega di governo nel Conte1, il grillino Sergio Costa) è costretto, ora, a capire cosa fare di sé, considerando che al di là della politica il suo curriculum è piuttosto scarno, ad essere generosi. Intanto, però, molla gli ormeggi del suo partito, per cui mai come in questo caso vale la regola del prefisso telefonico: 0,6%. Chiamate Roma, insomma. Anche se stavolta è andata  male e non ha risposto nessuno.

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