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“Denunceremo M5S e Pd a Mattarella”. Il Terzo Polo alza la testa, opposizione in frantumi

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Lo stato dei rapporti tra le tre forze di opposizione sembra ai minimi viste le ultime dichiarazioni. Da una parte Carlo Calenda che ribadisce che non è possibile un’opposizione comune tra chi ha idee diverse e Alessandra Todde dei 5 Stelle netta: «Il Pd? Non ci sono le condizioni per un dialogo». Eppure a sentire Azione, un dialogo tra Pd e M5S ci sarebbe. Almeno sulle nomine istituzionali che impegneranno il Parlamento nella prossima seduta, fissata per mercoledì. «Quando saremo chiamati per le consultazioni - dice Matteo Richetti, capogruppo Azione/IV alla Camera -, denunceremo a Mattarella l’atteggiamento di Pd e M5s non rispettoso delle opposizioni, che sono tre. Essere esclusi dagli uffici di presidenza delle Camere è lesivo della rappresentanza plurale delle istituzioni». 

 

 

Accuse, tensioni e sospetti reciproci. Alimentati anche da quanto accaduto al Senato con il ‘soccorso’ di parte dell’opposizione a Ignazio La Russa. Duro il dem Peppe Provenzano: «Credo che Renzi abbia fatto una operazione talmente vergognosa da vergognarsene anche lui». Un clima tale che nessuno esclude sorprese nei prossimi voti. Compresi quelli sulle presidenze delle commissioni di garanzia in cui 3 forze politiche si giocano 2 ruoli di ‘prestigio’: la guida del Copasir e la Vigilanza Rai. Il Pd punta alla prima con Lorenzo Guerini (non gradito a Giuseppe Conte secondo indiscrezioni) ed Enrico Borghi. I 5 Stelle invece mirano alla Vigilanza. Su cui però punterebbe anche Matteo Renzi per Maria Elena Boschi, sebbene tra i dem ci sia chi sostenga che il vero obiettivo del leader IV sia sfilare il Copasir al Pd.

 

 

Per quanto riguarda i dem ancora non è definitivamente sciolto il nodo sui capigruppo, che si intreccia anche con quello delle nomine istituzionali. «Domani entriamo nel vivo», spiega un dirigente di sinistra. Del resto martedì vanno eletti i presidenti dei gruppi e il tempo ormai sta per scadere. In piedi l’ipotesi di mantenere le attuali capigruppo Simona Malpezzi e Debora Serracchiani, l’alternativa sarebbero alla Camera Anna Ascani e Valeria Valente o Anna Rossomando al Senato. Quest’ultima però potrebbe essere confermata alla vicepresidenza di palazzo Madama dove i 5 Stelle dovrebbero proporre Stefano Patuanelli. Alla Camera il partito di Conte punterebbe su Chiara Appendino. Per il Pd, dopo la suggestione Alessandro Zan, resta in pole Nicola Zingaretti. Quanto ai questori, al Senato per i dem si fa il nome del franceschiniano Bruno Astorre. 

 

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