Governo, il 20 ottobre al Quirinale per le consultazioni: ipotesi incarico lampo per Meloni
Con l'elezione dei presidenti di Senato (Ignazio La Russa) e Camera (Lorenzo Fontana) è partita la XIX legislatura. Primo passo del percorso che porta alla formazione del nuovo governo. Perché, avendo adesso i due "timonieri" del Parlamento, si può passare al secondo step, ovvero la nomina dei capigruppo. Fase preceduta dall'iscrizione di ogni singolo parlamentare al gruppo della forza politica a cui intende appartenere. E questo dovrà avvenire entro il 17 ottobre perché, l'indomani, 18 ottobre, alle 14 al Senato e alle 15 alla Camera, sono convocati i 18 gruppi per la loro formale costituzione e per l'elezione dei rispettivi presidenti, senza la nomina dei quali non si possono formare le delegazioni per il Quirinale. Alcune scelte sono già definite. Si procede all'insegna delle riconferme per FdI e Lega: il partito di Giorgia Meloni dovrebbe rinnovare il mandato a Francesco Lollobrigida a Montecitorio, per il Senato in lizza Ciriani. Nel Carroccio dopo "il passo di lato" in favore di Fontana, Riccardo Molinari è stato confermato capogruppo alla Camera, mentre al Senato potrebbe essere premiato il gioco di squadra di Roberto Calderoli, ammesso che non lo attenda un ministero.
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Forza Italia vive invece un momento di subbuglio, dopo il fallito strappo su La Russa: esclusa (a quanto pare) dalla lista dei ministri, Licia Ronzulli potrebbe diventare capogruppo dei senatori azzurri, mentre per la Camera non si esclude la riconferma di Paolo Barelli, che però è insediato dall'ala ronzulliana. Per le opposizioni, il Pd non ha ancora indicato nomi, ma il segretario uscente Enrico Letta ha dichiarato fin da dopo le elezioni che sarebbero state due donne, difficile però la conferma di Simona Malpezzi e Debora Serracchiani. Il Terzo polo ha indicato Matteo Richetti per la Camera e Raffaella Paita per il Senato, il M5S, infine, potrebbe optare per la continuità. I fari poi saranno puntati sulle vicepresidenze delle Camere: i posti totali sono otto, quattro alla Camera e quattro al Senato. Tolti i due che si terrà la maggioranza, alle opposizioni ne restano sei. Ma questa è un'altra storia che non ha a che fare con la formazione del nuovo governo.
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Dunque, le consultazioni del Capo dello Stato, Sergio Mattarella, potrebbero iniziare il 20 ottobre, quindi l'incarico a Giorgia Meloni potrebbe essere affidato il 21 pomeriggio e lo scioglimento della riserva da parte del premier incaricato potrebbe arrivare nella giornata del 24 ottobre, tenuto conto che domenica 23 Mattarella è impegnato con Emmanuel Macron alla conferenza per la pace della comunità di Sant'Egidio. L'indomani, e siamo al 25 ottobre, sarà la volta del giuramento di tutti i componenti del nuovo esecutivo il quale successivamente dovrà avere la fiducia del Parlamento prima di poter assumere tutti i suoi poteri. Insomma, il 26-27 ottobre dovrebbe esserci il nuovo governo. Una tabella di marcia serrata in vista anche della scadenza per l'approvazione della legge di Bilancio, che in ogni caso, resta fissata a fine anno. I tempi sono strettissimi. L'appuntamento successivo alla Nadef, e cruciale per la definizione delle misure del prossimo anno, è fissato al 15 ottobre: entro questa data dovrebbe essere inviata alla Commissione Europea una sintesi del progetto di bilancio per il 2023. Tuttavia, la Ue s'è già espressa sulla concessione di qualche settimana in più per inviare il Documento Programmatico di Bilancio.
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