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La Russa, l'ipocrisia di Letta: scatena l'odio poi esprime "solidarietà"

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Poco dopo le 18, una notte e una giornata intera dopo le minacce a suon di stella a 5 punte all'indirizzo di Ignazio La Russa, arriva la stringata notarella di Enrico Letta. "Solidarietà mia e di tutto il PD al Presidente del Senato #LaRussa. Quelle scritte sono inaccettabili", twitta il segretario del Partito democratico in riferimento alle scritte d'odio - con l'inquietante rimando alle Brigate Rosse - comparse alla sede di Fratelli d'Italia alla Garbatella, il quartiere romano dove tra l'altro è cresciuta Giorgia Meloni. Le parole di Letta non possono che essere lette con le lenti della doppia morale dem, prima la sinistra scatena lo tsunami d'odio rosso, poi si lava la coscienza con una manciata di parole di circostanza. 

 

Dopo prima era stato sequestrato uno striscione al Colosseo, rivendicato agli "antifascisti militanti" di Cambiare Rotta Roma che scrivono il nome di La Russa a rovescio (un rimando inequivocabile a Piazzale Loreto) e annunciano azioni eclatanti.

 

 

Il presidente del Senato, intanto, ha ringraziar per la solidarietà ricevuta (prima che Letta, in colpevolissimo ritardo, desse la sua e quella del Pd...) ma è scontro aperto fra il segretario dem e la presidente del consiglio in pectore, Giorgia Meloni. Da Berlino, dove si trova per il congresso del Pse, Letta ha affermato che le scelte fatte, ossia l'elezione di La Russa e del leghista Lorenzo Fontana alla presidenza di Montecitorio, rappresentano dei messaggi allarmanti anche per il resto dell’Europa. La risposta di Meloni non si fa attendere, con la leader di FdI che definisce "gravissime" le parole pronunciate dal segretario del Partito democratico.

 

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