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Senato, Ignazio La Russa è il nuovo presidente. Ma è eletto con i voti dell'opposizione

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Ignazio La Russa è il nuovo presidente del Senato. Il vice-presidente di Fratelli d’Italia, alla prima votazione a Palazzo Madama, ha raggiunto quota 116 voti, superando ampiamente i 104 voti sufficienti per l’elezione. L’Aula, quando lo spoglio delle schede era ancora in corso, ha sottolineato il superamento del ‘traguardo’ con un lungo applauso. 

 

 

La Russa ha superato i 115 senatori di cui dispone il centrodestra, nonostante la gran parte dei senatori di Forza Italia non abbiano preso parte alla votazione (Silvio Berlusconi ha votato, nel complesso 16 dei 18 senatori azzurri non hanno votato). Gli altri voti: due a Liliana Segre, due per Roberto Calderoli, 65 bianche e zero nulle. Secondo i primi rumors nei corridoi dei palazzi della politica potrebbe esserci stato un sostegno a Giorgia Meloni da parte del Terzo Polo di Matteo Renzi e Carlo Calenda. Numeri alla mano i 'franchi tiratori' che hanno votato La Russa dall'opposizione dovrebbero essere almeno 17. Il Terzo Polo ha 9 senatori, il M5S 28, il centrosinistra 44.

 

 

La Russa, 75 anni, è il presidente del Senato per la diciannovesima legislatura della Repubblica italiana, in cui ricoprirà il ruolo che fino a ieri era di Maria Elisabetta Casellati. Siciliano di origine, milanese di adozione dopo gli studi da avvocato in Svizzera, La Russa è uno degli esponenti più noti e longevi della destra italiana: avvicinatosi alla politica in Lombardia con il Fronte della Gioventù, la formazione giovanile del Movimento Sociale Italiano, ed entrato per la prima volta in Parlamento nel 1992, parteciperà attivamente al fianco di Gianfranco Fini alla cosiddetta «svolta di Fiuggi», che nel 1995 portò alla nascita di Alleanza Nazionale. Se Fini conquisterà in seguito la presidenza della Camera, uscendo poi però dalla scena politica degli ultimi dieci anni, La Russa ha mantenuto fino a oggi un ruolo di primissimo piano nella destra italiana, fondando a fine 2012 insieme a Giorgia Meloni Fratelli d’Italia in seguito alla fuoriuscita dal Popolo delle Libertà, e contribuendo a portare il nuovo partito in dieci anni da percentuali minime fino al 26% uscito dalle urne il 25 settembre, che ne fa attualmente il primo partito italiano. 

All’interno del partito di Giorgia Meloni, La Russa è senza dubbio l’uomo che più, senza perdere sua veracità di fondo, ha saputo ritagliarsi ruoli istituzionali, da quelli più politici come l’esperienza come ministro della Difesa durante il governo Berlusconi tra il 2008 e il 2011 (in cui fu tra i fautori dell’intervento dell’Italia nella missione militare in Libia per l’eliminazione di Muammar Gheddafi, e a favore del cessate il fuoco nella guerra in Ossezia del Sud tra Russia e Georgia) fino alle vicepresidenze sia della Camera (tra il 1994 e il 1996) che del Senato (nella legislatura appena conclusa). Portano la sua firma la legge del 2009 di contrasto alla pirateria, la giornata del ricordo dei caduti nelle missioni internazionali per la pace, che si celebra il 12 novembre, e il riconoscimento ufficiale del 17 marzo come festa della proclamazione del Regno d’Italia. Nell’ultima legislatura ha promesso invece l’istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulla violenza politica negli anni tra il 1970 e il 1989.

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