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Otto e mezzo, Giannini: nel centrodestra si detestano. Tecce smonta il teorema

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Ci sono "tre destre differenti" nella coalizione che ha vinto le elezioni, afferma Massimo Giannini a Otto e mezzo su La7. Per il direttore de La Stampa Giorgia Meloni "è di gran lunga la socia di maggioranza che ha l'onore e l'onere di costruire la squadra di governo". Ma tra i leader del centrodestra "c'è sfiducia reciproca" dice il giornalista secondo cui per Berlusconi "gli altri due sono dei poveracci" e non si fida di Matteo Salvini e Meloni. Il leader della Lega inoltre "detesta Meloni perché gli ha tolto il blocco politico". Giannini poi ricorda come Mario Draghi ha fatto il suo governo "in dieci giorni". "Se il ritorno della politica è questa roba qua, non dico che debbano tornare i tecnici ma vedo tante difficoltà...". 

 

Insomma, nonostante le dichiarazioni di unità il centrodestra sarebbe attraversato da tensioni e divisione, almeno secondo Giannini. La parola passa poi alla giornalista Laura Tecce che risponde alle tesi del direttore della Stampa, partendo dai presunti "no" incassati per la lista dei ministri. "I nomi circolati sui giornali spesso non sono stati neanche presi in considerazione, non sono dei rifiuti ma nomi finiti loro malgrado" nei toto-ministri della stampa. "Il governo Draghi ci ha messo 10 giorni, è vero, ma non era eletto e non doveva fare i conti con gli alleati...".

 

L'ex capo della Bce è stato calato dall'alto come "salvatore della patria", ora Giorgia Meloni deve "mettere la faccia" ed esercitare la leadership. "È stata chiara, non transigo su un governo autorevole" conclude Tecce che chiude il discorso. 

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