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"Cerco collaboratori. In cambio gratitudine e una cena". Bufera sull'economista Boldrin

Raffica di insulti all'accademico ed ex politico per la richiesta di lavoro gratuito. Ma lui contrattacca: "Falliti"

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"Cerco un gestore, fidato, per i canali podcast miei che non ho tempo di seguire. Chi volesse aiutare - in cambio di gratitudine ed una cena quando abbiamo occasione di incontrarci - scriva al mio indirizzo di lavoro". E' questo l'annuncio su Facebook provocato qualche ora fa dall'economista ed ex politico Michele Boldrin che ha provocato un vero e proprio terremoto in Rete.

Boldrin vanta una carriera accademica di primo piano sviluppata tra Stati Uniti, Cina ed Europa. In più, è stato tra i fondatori del partito "Fare per fermare il declino", che partecipò alle elezioni politiche del 2013 ma, a causa dello scandalo delle finte lauree di Oscar Giannino, non ottenne risultati memorabili, al punto di essere sciolto poco tempo dopo.

Eppure l'esperienza accademica e politica non ha fatto intuire a Boldrin l'effetto che avrebbe potuto provocare l'annuncio su Facebook. Decine e decine di commenti di giovani esasperati per l'ennesima offerta di lavoro gratuito, arrivata peraltro da chi non sembra in condizioni di non potersi permettere un collaboratore.

Il protagonista però non fa marcia indietro e in un post successivo affila le armi: "L'Italia mi sembra, ogni giorno di piu', popolata da gente che sa solo odiare ed invidiare, avendo zero capacita' di fare ed ancora meno volonta' di mettersi in gioco". E ancora: "Analizzarli permette comprendere meglio la profondita' e radicalita' del declino italiano. Che e' tutto nel capitale umano, nella qualita' intellettuale e morale della popolazione e delle nuove generazioni in particolare. Da qui l'interesse: provare a vedere chi sono i falliti nazionali, i virus che circolano liberi nel corpo del paese e lo consumano, i parassiti violenti che mangiano il corpo sociale italiano e, cosi' facendo, distruggono l'albero che li alimenta". Parole destinate certamente a rinfocolare la polemica.

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