"Roma è una giungla". La furia dei tassisti contro Gualtieri: viabilità tutta da rifare
Auto in terza fila, corsie ridotte, scarico merci incontrollato, monopattini. Così lavorare nelle strade della Capitale è diventato un incubo
Il traffico a Roma fa impazzire tutti. Soprattutto chi in mezzo al traffico deve lavorarci ogni giorno. Auto parcheggiate in tripla fila, carreggiate sempre più strette occupate da piste ciclabili senza sbocchi, scarico merci "selvaggio", cantieri infiniti e mancati controlli: «il traffico è in tilt, questa è una giungla» è il coro pressoché unanime dei tassisti romani pronti ogni giorno a "combattere" sulla strada tra colonne di vetture ferme ai semafori e la tensione sempre maggiore di pedoni e automobilisti.
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Una continua corsa «a ostacoli», lamentano. I turni di sette ore e mezza spesso si allungano. Per alcuni tassisti il traffico a Roma - rispetto all’epoca pre Covid - è aumentato, per altri è tornato agli stessi livelli ma di certo «non è diminuito in confronto al 2019». «Manca un’offerta adeguata di trasporti pubblici. I turisti, per fortuna, sono tornati in massa e spesso per non lasciare le persone a piedi lavoriamo oltre i turni normali», spiega all’AGI, Emanuele 60 anni.
Sigaro in bocca, Antonio 73 anni, riposa per qualche minuto lungo via Vittorio Emanuele Orlando, nel centro di Roma. Una vita a marciare tra l’asfalto della Capitale. «Lo stress aumenta. Ci sono alcune strade - precisa - come via del Tritone, completamente bloccate nelle ore di punta. Le persone si lamentano». Sul banco degli imputati «il rosso dei semafori troppo lungo e i marciapiedi allargati che hanno ristretto la carreggiata». Antonio abbozza un sorriso: «tra un anno vado in pensione». Poi ingrana la marcia tra clacson e gincane.
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Alle otto di mattina, Piazza Venezia è in fermento. Il ragazzo sul monopattino sfiora un’auto in corsa: incidente evitato per un soffio. Un piccolo esercito di scooter fa zig zag tra le auto che si immettono su via del Plebiscito, per poi fermarsi contro una colonna immobile di vetture. Rabbia e smog. Intanto i bus si "fanno largo" tra i camion che, a lato della carreggiata, scaricano i prodotti per i locali. Nella piazza dominata dall’Altare della Patria, i taxi "assaliti" dai turisti si fermano pochi secondi.
«Hanno sbagliato la mobilità in via del Tritone e hanno allargato i marciapiedi. Le fermate degli autobus sono senza rientranze e così si formano lunghe file», lo sguardo nascosto dagli occhiali da sole non basta a nascondere il disappunto di Marco 50 anni. Il traffico? «È peggiorato - assicura il tassista - questa è una battaglia persa. Le piste ciclabili sono progettate male e restringono la carreggiata. Le auto sono parcheggiate in tripla fila. Non c’è più rispetto per le regole e mancano i controlli. Ad esempio, anni fa era impensabile parcheggiare sul Lungotevere vicino al museo dell’Ara Pacis. Ora è la normalità. Esiste ancora il servizio rimozione delle vetture?».
Emilia, 59 anni, nata nella Capitale si dice «innamorata» della sua città. Guida un taxi da 7 anni. «Cerco di fare ammirare ai turisti le bellezze di Roma ma questo lavoro diventa ogni giorno più difficile. Lo scarico merci è da regolamentare come la circolazione delle bici e dei monopattini. Servirebbero più controlli». In orario di ufficio, arrivare in auto in piazza della Repubblica a poche centinaia di metri dalla stazione Termini è un’impresa. «Non c’è una zona di Roma immune al traffico - dice Fabio, 45 anni mentre guarda l’acqua che scorre dalla fontana delle Naiadi -. I cantieri sono infiniti e condizionano troppo la circolazione».
In piazza Vescovio la calma (apparente) è interrotta dal clacson di un autobus bloccato. Troppo poco lo spazio sulla carreggiata rimasto libero perchè occupato da diverse auto in sosta vietata sulla rotonda. «A Roma il traffico è allucinante» scandisce Emanuele, 62 anni che guida il taxi da tre decenni. «I mezzi pubblici non funzionano e così i romani prendono la loro auto. Guidare è diventato un dramma. Ed è aumentata l’aggressività nelle strade».