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Regionali Lazio, Fratelli d'Italia accelera: ecco i tempi della scelta del candidato. C'entra il totoministri

Il vertice tra big nazionali e locali. Il coordinatore Trancassini: "Vittoria alla portata ma Zingaretti deve dimettersi subito"

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Prossima fermata Lazio. Dopo la vittoria alle Politiche Fratelli d'Italia si prepara per il bersaglio grosso del 2023: le elezioni regionali per il dopo Zingaretti. Sul tema i vertici nazionali hanno incontrato oggi i referenti regionali per cominciare a disegnare la strategia che dovrà portare all'individuazione del candidato. Un passaggio che spetterà senza dubbio al partito di Giorgia Meloni per esplicita ammissione degli stessi alleati del centrodestra. E che si intreccerà inevitabilmente con la nascita del nuovo governo. Tradotto: qualcuno potrebbe dover rinunciare a fare il ministro perché impegnato in una corsa che dalle parti degli ex An considerano fondamentale.

«La candidatura per la presidenza della Regione Lazio attiene al rapporto con gli alleati- spiega a margine dell'incontro il coordinatore regionale di FdI, Paolo Trancassini -. Il presidente Meloni e tutto il centrodestra indicheranno il migliore candidato per poter vincere questa partita. Penso dopo la lista dei ministri ma non mi stupirei se uscisse a stretto giro».

«Fdi - ha aggiunto Trancassini - è il primo partito della coalizione e quindi in tutte le competizioni darà delle indicazioni, a maggior ragione nel Lazio dove ha avuto un risultato straordinario con oltre il 31,5». «Si sceglierà la persona migliore. Abbiamo consapevolezza dell’importanza della partita e di quanto sia alla portata il risultato, vista la debolezza del centrosinistra, nella speranza che Zingaretti si dimetta a breve». «Le mancate dimissioni - continua Trancassini - pregiudicano il funzionamento dell’istituzione. Il primo partito italiano chiede che si faccia questo atto al più presto».

Il coordinatore regionale non si esime dal commentare la polemica sullo stato di attuazione del Pnrr tra la leader Giorgia Meloni e il presidente del Consiglio uscente Mario Draghi: «Non ci sono ritardi sul Pnrr? Questo lo dice Draghi, la mia esperienza in commissione Bilancio mi fa dire che su alcuni capitoli di spesa siamo un po' in ritardo». 

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