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L'allarme di Sbarra, segretario generale Cisl: a rischio un milione di posti di lavoro

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Crisi energetica e posti di lavoro. L'allarme del segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, coinvolge l'intero sistema economico italiano. Per questo il sindacato chiede interventi urgenti al primo ministro in pectore Giorgia Meloni. E' necessario fare presto prendendo misure concordate che possano dare respiro al nostro Paese. «L’escalation dei prezzi energetici e dei beni alimentari rischia di vanificare la crescita economica. Secondo alcune proiezioni sono a rischio quasi 1 milione di posti di lavoro ed è un lusso che non ci possiamo permettere. Al governo chiediamo di adottare un provvedimento urgente finalizzato a liberare risorse nella prospettiva di sostenere imprese, famiglie, lavoratori dipendenti e pensionati».

Luigi Sbarra sottolinea anche l'importanza del dialogo con le parti sociali per giungere a soluzioni più efficaci e concordate. «È importante che la leader di FdI abbia riconosciuto il valore del dialogo sociale - prosegue Sbarra - Noi abbiamo bisogno di unità, stiamo per affrontare questa tempesta che si sta avvicinando che significa da un lato governare le emergenze e dall’altro costruire una visione di lungo periodo che faccia leva sulla crescita. Sono aperture che apprezziamo, diciamo alle forze politiche di fare presto, il Paese ha bisogno di un governo che assicuri autorevolezza, stabilità, governabilità, disponibilità al dialogo per risollevare il Paese. Ci aspettiamo un governo nella pienezza dei poteri, che esprima competenza, autorevolezza e che assicuri governabilità per costruire insieme la ripartenza del Paese».

 

 

 

 

Inevitabile il riferimento al sistema previdenziale e alla legge Fornero. Entro dicembre «bisogna cancellare lo scalone della Fornero e dare al sistema previdenziale maggiore flessibilità, sostenibilità sociale e inclusività per giovani e donne». Con Draghi «avevamo avviato un dialogo che il prossimo esecutivo dovrà riprendere. Le nostre proposte sono note: ora bisogna agire. Resta un tempo, questo, in cui è fondamentale riuscire a lavorare insieme, ognuno con le proprie prerogative e responsabilità. A fine 2022 scade la possibilità di uscire dal lavoro con Quota 102, con almeno 64 anni di età e 38 di contributi».

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