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Governo, al Consiglio europeo del 20 ottobre Mattarella mandi Draghi

Arnaldo Magro
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Fate presto perché qui il tempo stringe. Tra bollette alle stelle, stagflazione ed imprese prossime alla chiusura, il governo deve insediarsi assai in fretta. A prescindere dal totoministri che poco appassiona se non l'ego dei diretti interessati, il giuramento potrebbe slittare di qualche giorno, rispetto al giorno prospettato. Il venti del mese corrente è previsto infatti un importante vertice Ue sul tetto al prezzo del gas.

E qui sorge il problema. Il primo. Poco opportuno sarebbe per il neo governo presentarsi ai tavoli europei con gli scatoloni ancora da scartare. Con un piano energetico stilato in solitaria dal ministro Roberto Cingolani. Tanto vale a questo punto che ai tavoli di Bruxelles ci si accomodi per l'ultima volta Mario Draghi, che di quel piano ne conosce financo gli aspetti più insidiosi.

Accetterà dunque il «nonno al servizio delle istituzioni», di immolarsi per una volta ancora? O preferirà invece, espletato il doveroso e formale passaggio di consegne, prendersi la sua personale rivincita nei confronti dell'ingenerosa politica? Di quei partiti che lo hanno osannato e poi deluso. Vista l'importanza della situazione, il solo Capo dello Stato potrebbe ora convincerlo all'ennesimo sacrificio.

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