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Rula Jebreal oltre ogni limite su Meloni: "Suo padre un criminale". Giorgia la sotterra con un post

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Il tiro a Giorgia Meloni da parte della nutrita galassia mediatica della sinistra è partito da mesi ma dopo la vittoria del centrodestra alle elezioni è arrivato a livelli mai visti. C'è anche chi cavalca una vicenda tirata fuori dalla stampa spagnola e che coinvolge il padre della leader di FdI, che come ha raccontato lei stessa ha lasciato la famiglia quando lei era ancora una bambina. È il caso della giornalista palestinese con cittadinanza israeliana e italiana, Rula Jebreal, che ha rilanciato sui social un pezzo di Repubblica: "Il padre di Giorgia Meloni condannato per narcotraffico".

 

"Durante la sua campagna elettorale, Giorgia Meloni il nuovo Primo Ministro italiano, ha promosso un video di stupro in cui si afferma che i richiedenti asilo sono criminali che vogliono sostituire i cristiani bianchi. Ironia della sorte, il padre di Meloni è un famigerato trafficante di droga/criminale condannato che ha scontato una pena in una prigione", scrive Jebreal inanellando in poche righe una serie sorprendente di imprecisioni. Per esempio, Meloni non è ancora premier. E poi, se la giornalista si riferisce al video di Piacenza, non si capisce quando la leader di FdI abbia espresso i concetti che le vengono attribuiti.

 

La stessa Meloni interviene sui social rilanciando il post di Rula Jebreal e commentando la scelta dei giornali che hanno rilanciato la notizia sul padre. "Il tatto della stampa italiana che racconta dei guai di mio padre, ma omette nei suoi titoli roboanti un elemento fondamentale. Tutti sanno che mio padre andò via quando avevo poco più di un anno. Tutti sanno che ho scelto di non vederlo piu all'età di undici anni. Tutti sanno che non ho mai più avuto contatti con lui fino alla sua morte", spiega Meloni, "Ma poco importa, se i 'buonisti' possono passare come un rullo compressore sulla vita del 'mostro'. Evidentemente tra le tante cose che non valgono per me c'è anche il detto 'le colpe dei padri non ricadano sui figli'". In coda, un post scriptum dedicato alla "Signora Jebreal, spero che potrà spiegare al giudice quando e dove avrei fatto la dichiarazione che lei mi attribuisce".

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