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Omnibus, Paolo Mieli impressionato dal caso Pd

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Le elezioni del 25 settembre sono state una sorta di terremoto politico all'interno del centrosinistra. Il Pd ha perso voti sia verso il M5s che verso Azione/Italia Viva ed è sceso a poco meno del 20% dei consensi. Subito si è aperto un ampio dibattito su cosa sarà necessario fare per evitare un'ulteriore debacle e per tentare una difficilissima risalita elettorale. Letta ha già annunciato che, al prossimo congresso del partito, non si ricandiderà e in queste ore sulla stampa nazionale si parla addirittura di un'ipotesi scioglimento del partito. Ne parla lo stesso Paolo Mieli che si dice addirittura "impressionato" dal caso Pd.   

 

 

 

"Mi ha fatto impressione la tonnellata di articoli che chiedono lo scioglimento del Pd - ha detto Mieli durante la puntata di "Omnibus" del 30 settembre - Stiamo comunque parlando di un partito che resta intorno al 20% dei consensi ed è il secondo partito d'Italia. Ci deve pur essere una via di mezzo tra cambiare nome e segretario e sciogliersi e consegnarsi al M5s. Oltretutto i grillini non saprebbero che farsene dei resti del Pd". Mieli mette il dito nella piaga e sottolinea che la crisi Pd è complicata dalla presenza sul campo del solito Renzi che rende il futuro ancora più incerto. "Sinceramente non ho capito dove sarebbe l'altra corrente del Pd - ha detto Mieli - Quasi tutti vogliono andare col M5s. Il Pd, infatti, ha una ferita non rimarginabile che è quella rappresentata da Renzi. Il dialogo con Calenda fallì perché poi arrivò anche Renzi. Insomma, quando si avvicinano alla zona Renzi quella cosa là li fa scattare. E' una ferita quasi personale. Potrebbero litigare Renzi e Calenda ma non succederà nell'immediato. Renzi ha lasciato a Calenda tutta la rappresentanza. Per questo chi nel Pd chi non vuole andare nei Cinque Stelle non ha sponda".   

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