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Dalla Germania difendono Giorgia Meloni: “Non è il diavolo, l'Ue rispetti il voto”

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I risultati delle elezioni italiani sono messi in risalto sulla Frankfurter Allgemeine Zeitung, che mette l’accento sulle «reazioni contrastanti» provocate in Europa dalla vittoria dell’alleanza di centrodestra. La premier francese Elisabeth Borne ha dichiarato «In Europa abbiamo un insieme di valori e ovviamente staremo attenti che questi valori in materia di diritti umani e diritto all’aborto siano rispettati da tutti». Invece, «il primo ministro ungherese Viktor Orbàn si è congratulato con la leader del partito postfascista Fratelli d’Italia» e lo stesso ha fatto il premier polacco Mateusz Morawiecki. Il quotidiano tedesco dedica due editoriali alla svolta politica italiana, per difenderne la piena legittimità: «Le numerose reazioni critiche europee alle elezioni italiane sono state tanto prevedibili quanto inappropriate», scrive la Faz, e sottolinea che «se una maggioranza di 35 milioni di cittadini sceglie tre partiti di destra in un’elezione democratica, il resto dell’Ue deve innanzitutto rispettarlo».

 

 

Inoltre è stato «molto invadente» che la presidente della Commissione Ue abbia preventivamente minacciato procedure contro il Paese poco prima delle elezioni, e «il fatto che i politici in Germania e Francia, e lì persino il primo ministro lì, ora richiedano il rispetto dei diritti umani o della democrazia è allarmismo». Perché, «se la libertà è in pericolo in uno Stato membro dell’Ue, allora bisogna agire. Finora, però, nel caso dell’Italia non vi è alcuna indicazione in tal senso, dal momento che il governo non è nemmeno stato formato» e «la vincitrice delle elezioni ha corso con un programma nazionale moderato che di certo non corrisponde alla visione del mondo liberale di sinistra di molti concorrenti a Berlino o a Bruxelles» ma non parla di uscita dall’Ue o di sostegno a Putin. 

 

 

«Tutto il mondo - si legge ancora sulla Faz - rimpiange Mario Draghi come primo ministro italiano. E una parte del mondo demonizza la sua erede Giorgia Meloni. Entrambe sono sciocchezze: Draghi non era il messia e Meloni non è il diavolo. Con le elezioni di domenica l’Italia è tornata alla normalità politica. C’è stato uno spostamento a destra, ma nessuna catastrofe sismica politica che possa scuotere la democrazia in Italia e mettere a repentaglio il futuro dell’Europa», conclude il giornale.

 

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