Tasse più alte con Draghi, in Italia le imposte crescono: i dati
Con Mario Draghi presidente del Consiglio gli italiani hanno pagato più tasse. Non si tratta di un'accusa mossa da qualcuno in campagna elettorale, ma dell'ultima rilevazione targata Istat. L'Istituto nazionale di statistica ha registrato che nel 2021 la pressione fiscale complessiva si è attestata al 43,4%, in netto rialzo rispetto al 42,7% del 2020. Ciò ha comportato un aumento delle entrate fiscali e contributive (+9,1%) superiore a quello del pil a prezzi correnti (+7,3%). I dati certificati dall'Istat parlano chiaro. Nel 2021 le entrate totali della pubblica amministrazione sono cresciute del 9,1% rispetto all'anno precedente, con un'incidenza sul pil pari al 48,1%. Le entrate correnti, invece, hanno registrato una crescita dell'8,8%, attestandosi al 47,7% del pil.
In particolare, le imposte dirette sono aumentate del 6,7%, principalmente per il forte aumento dell'Irpef e delle imposte sostitutive in parte compensato dalla contrazione dell'Ires. Le imposte indirette hanno segnato una salita più marcata (+13,9%), grazie soprattutto al gettito Iva; un aumento sostenuto ha interessato anche l'Irap e gli oli minerali.
Se il governo italiano uscente non ha contrastato l'aumento della pressione fiscale, all'estero c'è chi agisce. Il governo inglese, con la neo premier Liz Truss, ha presentato un pacchetto di misure che ammonta per i prossimi cinque anni a 45 miliardi di sterline (pari a circa 50 miliardi di euro) - il più grande dagli anni '70 - e che prevede tagli alle tasse per rilanciare la crescita economica e contribuire ad alleviare la peggiore crisi del costo della vita da decenni. Inoltre, come annunciato nei giorni scorsi, altri 60 miliardi di sterline serviranno ad abbattere le bollette energetiche nei prossimi sei mesi. Il ministro delle Finanze britannico, Kwasi Kwarteng, ha illustrato in Parlamento in che modo avverrà la riduzione della pressione fiscale.
Innanzitutto, verrà congelato l'aumento dell'imposta sulle società, mantenendola al 19% anziché al 25%. Il tetto sui bonus dei banchieri sarà eliminato per aumentare la competitività di Londra dopo la Brexit rispetto a capitali finanziarie come New York e Hong Kong. Kwarteng ha detto che il governo definirà una serie più ambiziosa di riforme dei servizi finanziari più avanti nel corso dell'anno. Inoltre, il governo obbligherà le compagnie di trasporto a mantenere un livello minimo di servizio durante le azioni di sciopero. Verrà eliminato l'aumento di 1,25 punti percentuali dell'imposta sui salari - o assicurazione nazionale - che era entrato in vigore all'inizio dell'anno, e che sarà annullato a partire dal 6 novembre. Viene inoltre tagliata l'imposta di bollo, una tassa che grava sull'acquisto di case, prevedendo il raddoppio della soglia di esenzione per chi cambia abitazione a 250.000 sterline. Anche la soglia dell'esenzione per gli acquirenti della prima casa aumenterà a 425.000 da 300.000 sterline. Infine, l'aumento delle aliquote dell'imposta sui dividendi, che era stato introdotto insieme all'aumento dell'imposta sui salari sarà eliminato a partire dall'aprile 2023.