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Draghi premiato a New York. Laudatio di Kissinger: “Straordinario e visionario”

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Mario Draghi è stato premiato a New York con il ‘World Statesman Award’. Il presidente del Consiglio italiano ha ricevuto il riconoscimento per la sua “lunga leadership poliedrica nella finanza e nel pubblico servizio di cui hanno beneficiato l’Italia e l’Unione europea e che ha aiutato la cooperazione internazionale”. A conferirgli il premio è stato il rabbino Arthur Segneier, presidente e fondatore della Appeal of Conscience Foundation’, in occasione della 57ma edizione a New York dell’Annual Awards Dinner della Fondazione. Draghi, ha affermato il rabbino Schneier, “è un leader con grandi capacità di visione, che unisce e possiede le competenze finanziarie e politiche necessarie per affrontare le complesse questioni economiche, umanitarie e geopolitiche che il mondo ha davanti”. 

 

 

Presente alla cerimonia anche l’ambasciatrice d’Italia in Usa, Mariangela Zappia. Nella sala allestita per i giornalisti è arrivato a sorpresa Henry Kissinger. Seduto su una sedia a rotelle e con indosso la mascherina di protezione, l’ex segretario di Stato americano, 99 anni, ha seguito gli interventi attraverso gli schermi sistemati nella sala stampa prima di fare la «Laudatio» di Draghi. “Ho un enorme rispetto per Mario Draghi, che nei suoi incarichi nel corso dei decenni, sia quello alla Banca Centrale Europea che ora da premier in un momento d'emergenza, ha avuto una straordinaria capacità di analisi intellettuale. Draghi è stato chiamato a svolgere compiti straordinariamente complicati, per i quali ha mostrato coraggio e visione. Ha sempre dimostrato capacità e coraggio, analizzando le questioni che gli si ponevano con il giusto approccio. Potete stare sicuri che se fa una proposta, quella porta a qualcosa di positivo per tutti perché nasce da una profonda analisi”.

 

 

Kissinger, al Perrine di New York, si è anche soffermato su alcune questioni di geopolitica: “Se guardiamo al futuro, vediamo che possono accadere incidenti tra Cina e Usa, ma Cina e States hanno bisogno di dialogare”.

 

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