Il rebus sul futuro di Draghi. Berlusconi: "Avrà un ruolo di prestigio". La furia di Salvini
Il capo del governo premiato (e osannato) negli Usa. Ma in Italia non tutti sperano in un rinnovo del suo impegno
Che fine farà Mario Draghi dopo le elezioni? Se lo chiedono in tanti e, sebbene il premier abbia escluso categoriamente la possibilità di un suo bis a Palazzo Chigi, il rebus su quale sarà il suo destino una volta archiviate le urne è uno degli argomenti più sensibili della campagna elettorale.
Nella notte il premier italiano è stato premiato come statista dell'anno dalla Appeal of Conscience Foundation, a New York. E' stata l'occasione, per tutti i rappresentanti più importanti della "America che conta" per confermare la stima e l'apprezzamento per l'ex governatore della Bce. L'impressione, insomma, è che la "figura di garanzia" rappresentata da Draghi agli occhi dei big dell'estero sia in qualche modo imprescindibile.
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A riconoscerlo è Giorgia Meloni, che non ha mancato di confrontarsi con il premier in queste settimane, anche per venire a conoscenza dello stato dei dossier più delicati per il Paese, a partire da quello energetico. E a dirlo esplicitamente è Silvio Berlusconi. "Non sta a me dire quale ruolo assumerà in futuro - ha riflettuto il Cav riferendosi a Draghi - ma di certo non rinunceremo alla sua competenza e al suo prestigio".
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L'unico ostacolo, da questo punto di vista, riguarda il rapporto del premier con Matteo Salvini, che in questi giorni ha toccato i minimi storici. In particolare dopo che Draghi, nella sua ultima conferenza stampa da premier, ha parlato di "pupazzi" che si presterebbero agli interessi di Mosca. Parole che hanno irritato profondamente il leader della Lega, che ha invitato il premier a "pensare alle bollette" e poi a portare le prove di presunti trasferimenti di rubli dalla Russia ai leader europei, "altrimenti sono solo chiacchiere al vento". Insomma, il Draghi elogiato e amatissimo all'estero, è in questo momento assai poco apprezzato a via Bellerio.