Via libera dal Senato, il decreto Aiuti bis è legge
Il decreto Aiuti bis è diventato legge. E l’errore, adesso, è stato ufficialmente cancellato. Ad emendare l’emendamento, quello che al Senato la scorsa settimana aveva introdotto nel dl Aiuti Bis la cancellazione del tetto di 240mila euro agli stipendi dei manager pubblici, ci aveva pensato già la Camera, così Palazzo Madama ha chiuso ufficialmente una travagliata legislatura dando il via libera definitiva al testo, e riflettendo su quanto accaduto in Commissione appena 7 giorni fa. Il decreto Aiuti bis stanzia nuovi 17 miliardi per sostenere imprese e famiglie alle prese con il caro energia. Tra i provvedimenti più importanti c’è l’accordo sul superbonus 110%, che riformulando la responsabilità sui crediti fiscali ceduti per i bonus edilizi, che scatterà adesso solo in presenza di dolo o colpa grave, sblocca di fatto una situazione che si era incancrenita negli ultimi mesi.
«Quel che rende prezioso questo momento d’aula, oltre alla dovuta cancellazione della norma sul tetto agli stipendi - spiega in aula Elena Cattaneo, senatrice a vita - è la possibilità di condividere la necessità di richiamare a un impegno trasversale contro la prassi nel modo di legiferare in Commissione, che vede l’aggiunta dei testi più disparati sotto l’etichetta di riformulazioni ed emendamenti. Complici la notte, e il dover continuare i lavori anche di notte, e l’inconoscibilità di alcuni testi, certe riformulazioni vengono presentate all’opinione pubblica come fatti compiuti, con la quasi certezza che l’altra Camera dovrà approvarle per mancanza di tempo».
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Resta, però, il mistero sulla provenienza della «manina» come la chiama la senatrice di Italia Viva, Elvira Evangelista, «che in maniera infingarda ha inserito l’eliminazione del tetto: spiace che alcune forze abbiano cercato di addossare la colpa ad altre, ree solo di aver rispettato l’impegno di votare tutti a favore del pacchetto di emendamenti»: di fatto, in effetti, nel passaggio precedente l’emendamento era passato senza opposizioni proprio per l’agreement tra le forze politiche di approvare tutto il pacchetto di riformulazioni così da accelerare i tempi. Ma Loredana De Petris, a 9Colonne, spiega: «Intanto meno male che abbiamo il bicameralismo, così da poter correggere gli errori…» E poi: «Sono abituata purtroppo al fatto che molti dei miei emendamenti non passano perché ricevono il parere contrario dei ministeri, questo invece, inviato all’ultimo secondo mentre stavano andando in aula, è arrivato con tutti i pareri favorevoli dei ministeri e della presidenza del consiglio e soprattutto riformulato dal ministero dell’Economia».