Giorgia Meloni attacca Luciana Lamorgese: non tutela i nostri comizi
Le minacce di morte, gli attacchi social, gli assalti ai banchetti. E, soprattutto, le continue contestazioni ai comizi. Al culmine di una campagna elettorale ad altissima tensione Giorgia Meloni non tiene più la rabbia e si sfoga sui social, chiamando in causa direttamente la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese. «Mi aspetto delle risposte - scrive su Facebook - perchè manca una settimana al voto, il clima sta salendo e io non consentirò che si rovini la campagna elettorale di Fdi perché qualcuno non sa fare il suo lavoro». «Sono di ritorno da una manifestazione partecipatissima a Caserta - dice- ma devo denunciare qualcosa che non funziona. È la sesta manifestazione di Fdi nella quale ci ritroviamo all’interno della piazza dei contestatori. Ora, di media sono quattro gatti, insomma niente di preoccupante, il punto però è che devo capire come funziona la gestione dell’ordine pubblico perchè se consenti di insultare Fdi e Giorgia
Meloni in mezzo ai nostri sostenitori non viene in mente a nessuno che possa esserci il rischio che qualcuno a un certo punto innervosirsi e che questo possa produrre degli incidenti?». «Ho chiamato il ministro Lamorgese - riferisce - e le ho detto "scusi, non le viene il dubbio che facendo arrivare dei contestatori che insultano possono esserci dei problemi?". Ringrazio Dio, Fdi e il nostro popolo perché nessuno fin qui ha risposto alle provocazioni, però voglio capire dal ministro Lamorgese, da chi gestisce l’ordine se qui si sta cercando l’incidente per poi ringraziare che noi siamo inaffidabili, per poi scaricare su di noi e farci un po’ di campagna elettorale».
Nessuna replica ufficiale dal Viminale. E così a dare manforte alla leader sono altri esponenti di Fratelli d’Italia. A partire da Francesco Lollobrigida. «Vi è forse il tentativo di lasciare larghe le maglie della sicurezza e consentire che accadano incidenti finalizzati a spaventare gli elettori? Sarebbe gravissimo» afferma il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera. «Con la fine di questo governo e all’insediamento del nuovo, chiederemo conto, con puntuali atti ispettivi previsti per legge, dei comportamenti di chi per competenza avrebbe dovuto e, a nostro avviso potuto, evitare la grave e continua turbativa di manifestazioni pubbliche autorizzate» conclude.