Aiuti, studio Cgia: “Scostamento di bilancio inevitabile per salvare famiglie e imprese”
Ammonta ad almeno 35 miliardi di euro l’«eredità» che il nuovo governo si troverà in dote, in termini di importo da erogare entro fine anno almeno per dimezzare gli effetti della crisi energetica in corso. Altrimenti, il rischio che moltissime imprese e altrettante famiglie non siano nelle condizioni di pagare le bollette e, conseguentemente, di vedersi chiudere la fornitura, è molto elevato. A dirlo è l’Ufficio studi della Cgia. La cifra, informa una nota, è stata calcolata considerando che rispetto all’anno scorso, i rincari energetici del 2022 contano per 127,4 miliardi di euro; a questo importo vanno sottratti i 58,8 miliardi di sostegni fin qui erogati dal governo Draghi per contrastare il caro bollette. Importo, quest’ultimo, che include anche i 14 miliardi circa che il Governo Draghi ha approvato venerdì scorso. Rispetto al 2021, pertanto, le famiglie e le imprese, al netto degli aiuti stanziati, dovranno farsi carico di un aumento del costo dell’energia elettrica e del gas che sfiora i 70 miliardi di euro. Ritenendo improbabile un azzeramento di questo incremento, secondo l’Ufficio studi della Cgia il nuovo esecutivo dovrà, entro la fine dell’anno, recuperarne almeno la metà (35 miliardi) per sostenere chi non ha i soldi per pagarle.
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Secondo l’indagine campionaria condotta nel febbraio scorso da Arte - ricorda la nota Cgia - il 15,4% delle piccole e medie imprese e degli utenti domestici (molti dei quali sono costituiti da lavoratori autonomi e partite Iva) non era riuscito a onorare il pagamento delle bollette di luce e gas. Gli insoluti ammontavano a 26 milioni di euro, una cifra che, nel frattempo, è sicuramente aumentata. Sette mesi fa l’ammontare dei debiti si aggirava in media tra i 7-800 euro al mese per gli utenti domestici, di circa 5 mila euro per le piccole imprese e le partite Iva. Con gli aumenti che in questi ultimi mesi hanno caratterizzato le bollette di luce e gas - segnala l’Ufficio studi della Cgia - corriamo il pericolo che entro la fine dell’anno siano almeno il 30% le utenze domestiche e le Pmi non in grado di pagare le bollette. Secondo molti esperti - continua la nota - gli effetti economici negativi del caro bollette che si sono abbattuti quest’anno su famiglie e imprese sarebbero equiparabili a quelli provocati negli ultimi 2 anni dalla pandemia.
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«Tra le chiusure stabilite per decreto a moltissimi settori economici e le limitazioni alla mobilità delle persone imposte per legge - si afferma - tra il 2020 e il 2021 i governi che si sono succeduti hanno erogato 180 miliardi di euro di aiuti. Grazie ai ristori, ai contributi a fondo perduto e ai crediti di imposta, il Paese è rimasto in piedi. Certo, il debito pubblico rispetto al Pil era salito al 155% (anno 2020), tuttavia la crisi sociale è rimasta sotto controllo e il nostro Paese, con una intensità superiore a molti altri, è riuscito a risollevarsi. Prova ne sia che, ad oggi, pur toccando sempre una soglia molto preoccupante, il rapporto debito/Pil è sceso al 148%. Con la crisi energetica, invece, nel 2022 le misure per mitigare il caro bollette sono state pari a 58,8 miliardi di euro; risorse che, va sottolineato, sono state stanziate senza ricorrere a nessuno scostamento di bilancio, anche se appare evidente a tutti che appaiono insufficienti per fronteggiare una crisi energetica che ci ha riportati indietro di quasi 50 anni».
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