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Palermo, manifesti choc contro Rita Dalla Chiesa: l'immagine del padre per colpirla

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Scoppia la polemica a Palermo per la comparsa di alcuni manifesti che raffigurano il volto del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa con la scritta «Scusate, me figghia è na niagghia», che in dialetto vuol dire «Scusate, mia figlia è inutile», affissi all’alba su diversi muri. Nel mirino c’è Rita Dalla Chiesa, figlia del generale ucciso quarant’anni fa dalla Mafia e candidata tra le fila di Forza Italia alle elezioni politiche del 25 settembre. Il capoluogo siciliano si è così risvegliato tappezzato di alcuni manifesti satirici a opera del collettivo Offline, che già nel corso della campagna elettorale per le comunali a giugno aveva ideato i finti cartelloni Forza Mafia e Democrazia Collusa, attaccando Forza Italia e la Nuova DC. «Non lasciano in pace neppure i morti. Questi manifesti dei collettivi, affissi a Palermo, sono oltraggiosi e vergognosi oltre che ingiuriosi nei confronti di un uomo di Stato ucciso dalla mafia. La mia solidarietà alla figlia Rita Dalla Chiesa», ha commentato sui social il vicesindaco di Palermo, Carolina Varchi.

 

 

Licia Ronzulli, vicepresidente del gruppo Forza Italia al Senato, si è schierata dalla parte di Dalla Chiesa: «Giù le mani da Carlo Alberto Dalla Chiesa e da sua figlia Rita. I manifesti affissi per le strade di Palermo accanto a quelli di Totò Riina sono un insulto allo Stato, un oltraggio al generale ‘eroe’ che ha sacrificato la sua intera vita per combattere la mafia, ai figli che hanno sopportato il peso doloroso di tale responsabilità e della perdita del padre. Questa campagna d’odio ha superato il limite del consentito e dell’umanamente accettabile, la lotta della sinistra si macchia sempre dell’infamia».

 

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