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Tagadà, Luigi Di Maio e la verità sull'ipotesi larghe intese. La conduttrice inchioda il ministro

Giada Oricchio
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Luigi Di Maio non "tradisce" e giura fedeltà all’attuale presidente del Consiglio: “Larghe intese? Sì solo se c’è Draghi”. Durante la puntata di Tagadà, il programma sull’attualità di LA7, mercoledì 14 settembre, il ministro degli Affari Esteri si è prestato al gioco “A carte scoperte” (il politico di turno deve rispondere a domande circostanziate in 3 minuti).

Alla domanda della conduttrice Tiziana Panella sull’ipotesi larghe intese in caso di esito incerto delle elezioni politiche del 25 settembre, Di Maio ha fatto seguire un lungo silenzio imbarazzato. Dopo qualche attimo, ha balbettato: “Spero che ci sia un governo chiaro e che non ci siano instabilità. Credo e spero che le larghe intese non servano. Se proprio dovessero servire? Dipende… dipende…”. Da cosa? “Dipende da Draghi. Se c’è Draghi e se continua Draghi” ha aggiunto perentorio Di Maio, il cui “innamoramento” verso il premier continua indefesso anche sul viale del tramonto di questa legislatura.

Poi, il fondatore di “Impegno Civico” ha tirato una bordata a Matteo Salvini: “Cosa riconosco a Giorgia Meloni? Che sta annientando Salvini. E’ contrario al tetto del gas: è passato da prima gli italiani a prima Putin. Chiede lo scostamento di bilancio che nemmeno i suoi alleati vogliono, neppure Meloni. Di che stiamo parlando?!” e una frecciata velenosa a Giuseppe Conte, presidente del Movimento 5 Stelle: “Non potrei mai rientrare nel M5s, non esiste più, è solo il partito di Conte che candida il suo notaio, ma non Alessandro Di Battista o Roberto Fico”. Il ministro si è detto convinto che “Impegno Civico” vince le elezioni se fa squadra con il resto della coalizione per convincere il 40% degli indecisi a votare forze progressiste.

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